Convegno ANICA – La Biennale sul futuro del Cinema

“Se non si cresce si torna indietro”: è il risultato del Convegno “Cinema: futuro prossimo” svoltosi oggi a Venezia, organizzato da ANICA con La Biennale.

“Per fortuna abbiamo problemi di crescita, ma non per questo non dobbiamo affrontarli”: in queste parole di Riccardo Tozzi, Presidente dell’ANICA, si riassume la situazione della politica cinematografica italiana emersa nel Convegno “Cinema: futuro prossimo”, svoltosi oggi al Lido di Venezia all’Hotel Excelsior, primo appuntamento di “ANICA INCONTRA”, la serie di Convegni organizzati da ANICA e Biennale di Venezia nello spazio Digital Expo strutturato dalla 68° Mostra in collaborazione con Expo Venice.

“C’è un’aria nuova nel cinema italiano, ha dichiarato Paolo Baratta, presidente della Biennale di Venezia- e anche noi abbiamo voluto portare un’aria nuova nelle strutture della Mostra. Non attendiamo più un ‘monumento’, ma abbiamo riqualificato l’esistente, ripartendo dal restauro completo della storica Sala Grande. E abbiamo in mente per il futuro un sistema di sale al Lido più in armonia con il modo con cui il pubblico fruirà in futuro il cinema, tenendo conto degli sviluppi in corso della tecnologia. Un sistema che ci piacerebbe diventasse un modello, che faccia vivere la Mostra tutto l’anno in maniera più durevole. La sala cinematografica del futuro è un luogo che gli urbanisti devono ripensare, in quanto luogo di attrazione complesso e sempre più importante per la vita civile. E la Biennale e la Mostra – ha concluso Baratta- hanno a cuore questo tipo di sviluppo, perché nella loro storia esse sono sempre state non solo luogo di conoscenza e di creatività, ma contemporaneamente anche luogo di promozione commerciale”.
“E’ finita la fase di lotta e di rivendicazione dei fondi pubblici”: è esplicito Riccardo Tozzi, presidente dell’ANICA, nel leggere il presente e i compiti che aspettano nel prossimo futuro il cinema italiano. “E’ anche finita l’era della fruizione di cinema sulla tv analogica ed è nata l’era del digitale: ciò ha fatto riconquistare alla sala la sua centralità, ma impone con urgenza il tema dell’offerta legale di cinema su Internet”. Secondo Tozzi se si riesce a far sviluppare sia il mercato delle sale che quello della Rete si favorirà anche la diversificazione dei prodotti cinematografici da proporre a pubblici diversi. “Senza dimenticare –insiste il Presidente dell’ANICA- che se non si combatte l’illegalità sulla Rete, tutto il nostro lavoro sprofonderà in un buco nero che non renderà più possibile la sua riproduzione, fondamento economico del Sistema.”
Anche l’intervento pubblico può costituire un elemento di sviluppo della diversificazione del prodotto cinema e può essere più importante che in passato in un ruolo propulsivo.
In tal senso Nicola Borrelli, Direttore Generale per il Cinema del MiBAC, ha raccolto il testimone: “dobbiamo utilizzare al meglio le risorse esistenti –ha affermato- e il fatto di avere una prospettiva triennale nella certezza dei finanziamenti pubblici, ci fa lavorare con tranquillità, ma senza voler trascurare alcuni elementi nel nostro intervento, che vanno tarati e migliorati.”
Paolo Protti, presidente AGIS, nel prendere atto della riconquistata centralità della sala nel sistema cinema, giudica tale riconoscimento solo morale, dal momento che non gli corrisponde nessun riscontro normativo.
“Ci si chiede di aprire nuove sale, ma la prospettiva più concreta è invece la chiusura delle strutture esistenti, che solo in parte è stata compensata dalla crescita dei multiplex. Bisogna sostenere –conclude Protti- la trasformazione in atto, che non tutti i cinema sono in grado di affrontare.”
Roberto Cicutto, presidente di Cinecittà Luce, ha messo in luce la positività del meccanismo del tax credit, che è un dispositivo di sviluppo con cui lo Stato ha materialmente supportato il settore: “lo stesso meccanismo va ampliato a tutte le realtà culturali”, ha sottolineato Cicutto, secondo cui l’intervento delle istituzioni pubbliche deve essere propedeutico allo sviluppo dell’industria.
Stefano Rulli, presidente dei 100autori, ha presentato dieci proposte da parte della categoria, così da “trasformare la crisi finanziaria in occasione per ripensare il modello produttivo-distributivo dominante, rendendolo più flessibile e diversificato”. Spiccano le proposte di far pagare il canone RAI sulla bolletta telefonica, così da aumentare le risorse che l’emittente pubblica mette a disposizione del cinema, la secretazione delle sceneggiature presentate alle Commissioni ministeriali, il ricorso ai fondi regionali per la digitalizzazione delle sale e lo sviluppo di centri polifunzionali nei centri minori, estensione del tax credit alla promozione internazionale del cinema italiano.
I problemi del raccordo tra intervento regionale e mondo del cinema è stato portato alla discussione da Maurizio Gemma, rappresentante delle Film Commission italiane, facendo emergere la necessità di una maggiore armonizzazione delle azioni dei diversi enti locali e un’integrazione più serrata tra politiche locali e nazionali.
Una proposta concreta sul tax credit esterno è stata portata avanti da Angelo Barbagallo, presidente dei produttori dell’ANICA: la costituzione di società di intermediazione finanziaria, sul modello delle SOFICA francesi, che facciano da tramite tra l’investitore “esterno” e il produttore, soprattutto quando è un piccolo imprenditore. Barbagallo ha sottolineato il fatto che, nonostante l’importanza del provvedimento del tax credit e la sua conferma per un triennio, il saldo delle risorse disponibili per la produzione è, negli anni, diminuito. “Queste risorse non devono necessariamente venire dallo Stato, ma da una migliore applicazione delle regole esistenti.”
Ha concluso il Convegno il sottosegretario ai Beni e alle Attività Culturali Rosario Villari, che si è detto molto soddisfatto dalla maturità delle posizione espresse dalle categorie del cinema. “Ci sono tutte le condizioni perché l’apporto dello Stato contribuisca allo sviluppo del sistema imprenditoriale e le sollecitazioni ricevute in questo Convegno, ha concluso il sottosegretario, saranno oggetto delle nostre riflessioni per migliorare il nostro intervento.”

Archivio del cinema italiano
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