Appello alle Istituzioni: sì a dialogo costruttivo e aperto per scongiurare la crisi
Produzioni e posti di lavoro a rischio, si teme per il futuro di tutto il settore cinema e audiovisivo
5/11/2025
Roma – ANICA, APA e CNA Cinema e Audiovisivo – rappresentative del 90 per cento della filiera industriale – sollevano l’allarme per i probabili tagli ai finanziamenti al settore e per il cambio delle regole in corso, previsti in legge di bilancio. I provvedimenti, in vigore da gennaio 2026, metterebbero a rischio l’intero comparto del cinema e dell’audiovisivo.
Le tre associazioni del settore chiedono alle Istituzioni un dialogo costruttivo e aperto, per discutere nel merito tutte le possibili e auspicabili soluzioni che possano scongiurare una grave crisi del settore che metterebbe a rischio centinaia di produzioni e migliaia di posti di lavoro.
“I tagli così come previsti in manovra porterebbero a un licenziamento immediato di circa 124mila lavoratori con un impatto devastante anche sulle loro famiglie. Il credito d’imposta rappresenta l’unico vero strumento di sostegno pubblico che genera un ricavato di 250 milioni di euro. Il mercato dell’audiovisivo, ci tengo a sottolinearlo, vale più di 16 miliardi e ha registrato una crescita del 9,3 per cento rispetto alla crescita nazionale che si è attestata al 2,9. L’alternativa purtroppo sarà la delocalizzazione. Siamo fiduciosi che un recupero possa esserci” ha dichiarato la presidente di Apa Chiara Sbarigia nel corso della conferenza stampa congiunta convocata d’urgenza alla Casa del Cinema a Roma.
“Il taglio da 150 milioni al fondo cinema e la revisione delle regole sul credito di imposta previsti dall’articolo 110 della Manovra mettono a repentaglio tutte le produzioni del 2026 – aggiunge il presidente di Anica Alessandro Usai – Il tax credit, oggetto anche di una campagna denigratoria in passato, ha in realtà grandissimi meriti: è uno strumento adottato in tutti i Paesi con un’industria audiovisiva sviluppata, molti dei quali lo hanno adoperato dopo l’Italia, visti gli effetti positivi su occupazione diretta e indotto. Singoli casi isolati non devono portare all’abolizione dello strumento, ma a maggiori controlli”.
“Siamo coscienti che la congiuntura economica sia delicata, ma concordiamo insieme ai legislatori una tempistica – sottolinea il presidente di Cna Cinema e Audiovisivo Gianluca Curti – Chiediamo di sederci intorno a un tavolo e ragionare su possibili scaglioni e magari finalizzare il tutto dal 2028. Questo ci consentirebbe di programmare. Non c’è alcuno scontro in atto, ma l’umile richiesta di essere auditi”.



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