Report attività DGCinema 2012

La Direzione Generale per il Cinema – MiBAC, in collaborazione con Istituto Luce – Cinecittà, ANICA e la Biennale di Venezia, presenta
“Report attività DGCinema 2012” e “Focus su film d’Interesse Culturale e analisi dei sottostanti accordi di produzione”
a cura di Alberto Pasquale e Bruno Zambardino della Sapienza Università di Roma

Il 3 settembre nel corso della 70° Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia si è tenuta la presentazione dei dati chiave del Report delle attività DG Cinema 2012 (a breve disponibile online sul sito http://www.cinema.beniculturali.it/), col resoconto delle varie linee di intervento statali a sostegno del cinema e un raffronto delle dinamiche di investimento pubblico a partire dal 2005, primo anno di applicazione della cd. “legge cinema”, accompagnato da un  “Focus su film d’Interesse Culturale e analisi dei sottostanti accordi di produzione”, a cura di Alberto Pasquale e Bruno Zambardino, che intende fornire un primo contributo sulla ripartizione dei flussi di finanziamento legati alle produzioni sostenute dallo Stato e ai relativi proventi legati allo sfruttamento in sala e negli altri canali di fruizione.

Ammonta a circa 200 milioni di euro il volume degli investimenti pubblici nazionali erogati in forma diretta e indiretta dalla Dg Cinema a sostegno dell’intera filiera cinematografica. Oltre la metà sono destinate al segmento della produzione.
Dal 2010 le risorse sono aumentate del 24% grazie soprattutto agli incentivi fiscali che nel 2012 hanno raggiunto un peso analogo a quello del Fondo Unico per lo Spettacolo.
I primi dati relativi al 2013 indicherebbero una inversione di tendenza dell’intervento pubblico diretto che penalizza soprattutto il sostegno alla produzione di progetti di interesse culturale IC (4 milioni in meno da 26 a 22 milioni). Ad assorbire la quota maggiore di risorse dirette i 3 enti di settore, ovvero Luce-Cinecittà, Centro Sperimentale e Biennale Cinema (35%).
In 8 anni la DG Cinema ha assegnato 323 milioni di euro alla produzione IC (984 progetti). Nel 2012 il 70% delle risorse è andata ai lungometraggi, categoria che ha subito il calo più consistente (da 54 milioni del 2005 ai 15 del 2012). Il 66% di questi titoli rientrano nei generi drammatico e commedia.
A fronte di un contributo statale di 218 milioni di euro i film IC di autori affermati usciti in sala nel periodo considerato hanno incassato 507 milioni di euro (Cinetel aggiornato al 30 giugno 2013).

La sezione “Focus” della presentazione, condotta su dati inediti forniti da Artigiancassa (Gruppo BNL Paribas), ha preso in considerazione un campione ristretto di film per i quali sono disponibili dati completi sui costi consuntivi, sulle fonti di finanziamento e sui ricavi conseguiti nel mercato. L’analisi ha posto in evidenza come, a fronte di un costo di produzione per i film lungometraggi di interesse culturale che oscilla, in media, tra i 3,5 e i 4,5 milioni di euro, le spese per la distribuzione sono comprese fra i 600 mila euro e il milione. L’investimento medio per l’export è invece molto contenuto, essendo compreso tra i 60 mila e i 100 mila euro. Le Opere Prime e Seconde, invece, hanno un costo medio di produzione inferiore (compreso fra 1,5 e 2 milioni di euro), con costi di distribuzione intorno ai 300 mila euro. La voce “spese per la distribuzione all’estero”, invece, non supera i 50 mila euro. Il Focus ha analizzato anche le differenze fra costi preventivi e consuntivi, che vede un atteggiamento più “prudente” da parte dei film di Interesse Culturale (-4% a consuntivo) rispetto alle OPS (-8% di spesa a consuntivo). Un’altra informazione significativa emersa dallo studio riguarda la progressiva affermazione, nel tempo, della fonte di finanziamento “tax credit”, ed il crescere del ruolo delle emittenti televisive, passate da semplici acquirenti di diritti televisivi a “comproprietari” di quote del film. Ciò ha comportato una preoccupante contrazione del bene più prezioso per un produttore: il diritto di sfruttamento del film. In ogni caso, a conferma delle difficoltà implicite alla natura stessa di questo business, un confronto fra costi e ricavi (e relativi risultati netti) ha evidenziato, su un campione di 86 film, che solo 12 (il 14%) hanno registrato utili. E parliamo di “autori affermati”. Per le OPS, su 50 osservazioni, solo un film (il 2% del campione) ha registrato un utile.
Lo studio verrà sviluppato e integrato in occasione della Conferenza Nazionale del Cinema che il Ministro Bray ha annunciato per il prossimo novembre.

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