Rutelli a La Stampa: “Il cinema è un interesse nazionale”

1/9/2022

 

L’INTERVENTO
IL CINEMA È UN INTERESSE NAZIONALE
DI FRANCESCO RUTELLI – PRESIDENTE DELL’ANICA

L’industria del Cinema e audiovisivo è entrata in una stagione decisiva. Gli effetti delle trasformazioni dei grandi attori internazionali – a partire dall`ingresso dei giganti dello streaming – si sono dispiegati in pochi anni; la pandemia ha avuto un impatto sistemico, che ha cambiato le abitudini di milioni di persone anche nella fruizione dei contenuti; c’è una criticità speciale per le sale cinematografiche – decisamente grave in Italia. Più in generale, nell`ecosistema creativo, produttivo e del mercato in Italia è iniziato un profondo confronto sulla qualità e la «popolarità» dei nostri prodotti. L’ANICA si trova in una posizione cruciale: questa storica Associazione ha avuto sempre la capacità di interpretare e rappresentare i cambiamenti, ad esempio accogliendo in Italia i grandi Studios Usa e, poi, le aziende legate ai maggiori broadcaster nazionali; oggi, le nuove piattaforme globali (che hanno importanti attività anche nel nostro Paese), assieme ad editori media italiani, imprese digitali e creators, esportatori internazionali, imprese dell`animazione – accanto alle solide realtà dei produttori, degli editori-distributori, delle imprese tecniche nazionali. Dalla presentazione del programma della Mostra di Venezia è iniziata la stagione di confronto strategico, che intendiamo proseguire, e approfondire durante la Festa romana del Cinema ad ottobre (il presidente Gian Luca Farinelli organizzerà assieme ad ANICA alcuni appuntamenti dedicati, pubblici, sui pilastri che reggono queste prospettive). La mia preoccupazione sarà di tenere la barra dritta per una visione industriale integrata per questa fondamentale filiera. Nel mondo che cambia, dobbiamo continuare a far crescere soggetti indipendenti competitivi, attrarre investimenti esteri (che, a loro volta, accrescono valore e occupazione), far tornare la passione del pubblico per le sale (dopo il blackout delle paure e delle restrizioni), stimolare la qualità e l’attrattività dei prodotti nazionali (che sono anche strumento del soft power culturale ed economico dell`Italia nel mondo) verso i loro pubblici, collaborando a costruire le condizioni per far emergere talenti in tutte le aree. In questi anni i governi hanno investito in modo importante nella filiera, e il prossimo certamente non si tirerà indietro; si tratta di indirizzare bene queste risorse: non verso una frammentazione «micro» in un mondo di giganti, ma verso un ulteriore rilancio dei successi italiani (siamo i primi al mondo per Oscar vinti, e abbiamo vissuto una crescita molto forte di investimenti privati, competenze, fatturato e – cosa oggi più che mai cruciale – posti di lavoro). Queste industrie sono amate dal grande pubblico e sanno parlare al mondo attraverso le storie italiane. La loro crescita è un interesse nazionale.

 

 

 

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