”Nel 2012 Italia batte Hollywood, ma non basta”

Riccardo Tozzi, tra previsione e auspicio, conferma la crescita del cinema italiano ma mette in guardia sui problemi reali

”Nel 2010 il cinema americano costituiva il 60% degli incassi ai botteghini italiani, mentre i film nazionali detenevano una quota del 33%, nel 2011 la percentuale degli italiani è cresciuta al 40% rispetto al 45% degli americani. Nel 2012 il cinema italiano pareggerà o potrebbe persino fare qualcosa in più di Hollywood, ma i problemi restano tanti. Non basta dirci che siamo stati bravi perché questo sforzo potrebbe non essere sufficiente”.
Riccardo Tozzi (presidente dell’ANICA oltre che produttore con la Cattleya), appena rientrato dalle Giornate professionali del cinema di Sorrento, conferma la clamorosa crescita dei film italiani (sei milioni di spettatori in più rispetto al 2010), ma mette in guardia sulle sfide che attendono il settore.

“A parte i mercati chiusi di Cina e India (che hanno uno sbarramento linguistico e di genere), l’Italia sarebbe il primo paese al mondo dove il cinema nazionale sorpassa quello straniero. Questo è un dato importantissimo, ma non deve distrarci dal fatto che le televisioni hanno fatto un taglio drastico degli investimenti sul cinema e che il nostro circuito di distribuzione è carente per tutto quello che riguarda le sale nelle città”.

”Dai film presentati a Sorrento mi sembra che lo schieramento del nostro cinema per il prossimo anno sia anche potenzialmente superiore a quello che si sta concludendo. Già ce la battiamo di fatto con gli americani, l’anno prossimo si potrebbe spuntare una vittoria. E questo è molto importante non tanto dal punto di vista industriale quanto per quello simbolico”. Eppure Tozzi non si presta ai trionfalismi. ”Il buon lavoro fatto negli ultimi quindici anni soprattutto sulla commedia e sulla commedia d’autore però rischia di essere vanificato. Se da un lato l’Italia come mercato aperto ha il dato più alto nel rapporto tra incassi del cinema nazionale e cinema americano, dall’altro risentiamo di grossi deficit sia sul fronte dell’investimento nella produzione sia sull’esercizio”.

”Questa previsione di risultato 2012 dobbiamo viverla anche come una mobilitazione affinché questo risutalto così clamoroso non venga compromesso. La mancata costruzione di multisala di qualità nei centri urbani fa sì che il pubblico cittadino, più interessato al cinema d’autore, ha grosse difficoltà ad andare a trovare la pellicola adatta ai suoi gusti. Al centro di Londra ci sono i multiplex dove si vede e si vende di tutto e dove è una festa andare. A Roma non è così. Pensiamo a come sono cambiati i ristoranti nella capitale mentre i cinema sono rimasti quelli di vent’anni fa. Siamo in ritardo su questo. Film d’autore che 5 anni fa facevano 5 o 6 milioni ora ne fanno al massimo due”. E qui parla soprattutto il produttore (che nel listino 2012 ha titoli come ‘A.C.A.B.’ sulla violenza nella polizia e ‘Romanzo di una strage’ su Piazza Fontana). Concludendo ”nel breve la minaccia viene dal taglio degli investimenti televisivi (che ha già falcidiato la fiction e ora sta per arrivare al cinema), ma nel medio termine occorre investire sulle sale urbane perché c’è una fetta grossa di pubblico a cui non arriviamo. Oggi vendiamo 100 milioni di biglietti, ne potremmo vendere 160”.

fonte repubblica.it / 01-12-2011

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