Cartoon Italia: Con questi tagli animazione italiana rischia di soccombere

 

Comunicato Stampa

MANOVRA: TERZI (CARTOON ITALIA): “CON QUESTI TAGLI ANIMAZIONE ITALIANA RISCHIA DI SOCCOMBERE

“PERDEREMO GIOVANI, PRODUZIONI E MERCATO. ABBIAMO SCRITTO ALLA COMMISSIONE”

 

 

Roma, 18 novembre 2025 – “Siamo molto preoccupati per la drastica riduzione delle risorse destinate al cinema nella manovra Finanziaria 2026. Questi tagli mettono a rischio l’intera filiera. Se venissero confermati, i produttori italiani di animazione – insieme ai loro giovani collaboratori – rischiano di soccombere”.

È l’allarme lanciato da Maria Carolina Terzi, Presidente di Cartoon Italia, l’associazione dei produttori di animazione aderente ad ANICA.

Terzi ha ricordato che dal 2016, grazie agli incentivi della Legge Cinema, l’animazione italiana ha conosciuto una crescita esponenziale: “Abbiamo registrato un aumento dell’occupazione del 400% sul territorio nazionale, riportando in Italia lavorazioni che per anni erano state delocalizzate in Asia. Gli studi hanno potuto formare nuovi professionisti, investire sui giovani e portare il Paese a diventare il secondo produttore europeo del settore, dopo la Francia”. Un traguardo raggiunto – sottolinea – nonostante la storica mono-committenza del comparto: “In Italia la RAI è tuttora l’unica emittente che investe stabilmente nell’animazione”.

Secondo Cartoon Italia, i tagli annunciati e il repentino cambio delle regole del credito d’imposta mettono ora in pericolo la tenuta dell’intero sistema produttivo.

“Senza la certezza del tax credit – prosegue Terzi – molti produttori sarebbero costretti a tornare a esternalizzare le lavorazioni verso studi cinesi o indiani, con ricadute immediate sull’occupazione. Il comparto, basato su rapporti di lavoro continuativi, sarebbe particolarmente colpito: ogni serie coinvolge circa 100 artisti per mediamente 24 mesi. I licenziamenti sarebbero inevitabili e superiori a quelli di altri settori. E tornerebbe la fuga dei talenti: prima del tax credit, l’80% dei giovani animatori lavorava per produzioni straniere”.

La Presidente ha inoltre ricordato che l’animazione italiana è tra i comparti più dinamici sui mercati esteri, con produzioni distribuite in media in 150 Paesi.
“I tagli al Fondo e l’impatto immediato sulla copertura finanziaria dei progetti già sviluppati, secondo le regole attuali, avrebbero effetti diretti anche sugli accordi internazionali già siglati, per non parlare di quelli futuri. Con l’incertezza sul tax credit, i partner stranieri non saranno più disposti a chiudere coproduzioni con l’Italia, perché diventerebbe un partner non affidabile, con piani finanziari non più prevedibili”.

“Per questi motivi – conclude Terzi – Cartoon Italia ha inviato una memoria alla Commissione Bilancio del Senato chiedendo al Parlamento e al Governo di riconsiderare le misure previste dagli articoli 26 e 110 del Disegno di Legge di Bilancio 2026”.

 

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