Riccardo Tozzi, Presidente ANICA, su Cinecittà/Luce: “La riforma preveda un intervento pubblico efficiente e razionale che salvaguardi le teche, la distribuzione delle opere prime e la promozione all’estero, ma anche l’occupazione.”

Una delle richieste che l’ANICA ha rivolto al Ministro Galan è stata quella di non utilizzare, per quanto possibile, le poche risorse del Fondo Unico per lo Spettacolo destinate alla produzione, per finanziare le strutture e pagare gli stipendi dei soggetti pubblici del settore cinematografico.

La riforma di Cinecittà Luce prevede che la nuova società sia chiamata a svolgere le sole funzioni di interesse generale, che noi riteniamo imprescindibili e coerenti con le esigenze di un intervento pubblico efficiente e razionale: le teche, la distribuzione delle opere prime e la promozione all’estero (che sta conoscendo una fase molto positiva). E’ giusto che queste attività siano svolte con un numero di dipendenti adeguato, con la garanzia totale di salvaguardia dell’occupazione per il personale in eccesso rispetto ad esse. Il patrimonio della vecchia società è in grado di contribuire ai costi di struttura e di personale, lasciando al Fondo Unico per lo Spettacolo il compito di finanziare solo le attività.

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