“Terraferma” agli Oscar 2011 – RS 28-9-2011

RASSEGNA STAMPA ANICA

 

29/09/2011 L’ Adige Pag. 11
Crialese batte Moretti «Terraferma» agli Oscar
ROMA – «Terraferma» di Emanuele Crialese è il candidato italiano agli Oscar per il miglior film in lingua non inglese. È quanto ha stabilito la Commissione di selezione istituita all’Anica. In corsa per la cinquina erano anche «Corpo celeste» di Alice Rohrwacher, «Habemus Papam» di Nanni Moretti, «Nessuno mi può giudicare» di Massimiliano Bruno, «Noi credevamo» di Mario Martone, «Notizie dagli scavi» di Emidio Greco, «Tatanka» di Giuseppe Gagliardi e «Vallanzasca» di Michele Placido. «Sono felicissimo e onoratissimo: non me lo aspettavo, anche se ci speravo»: così un emozionato Crialese parla della sua candidatura alla cinquina degli Oscar (se entrerà in lizza lo si saprà il 24 gennaio ). La concorrenza con gli altri candidati? «Non parlerei di concorrenza, ma di una bella squadra composta da colleghi stimatissimi, insomma non mi sono mai sentito davvero in gara con loro. C’erano film davvero belli, penso ad esempio a quello di Mario Martone ».   

28/09/2011 ADN Kronos Sito Web
‘Terraferma’ di Crialese è il candidato italiano all’Oscar per il miglior film straniero
Roma, 28 set. (Adnkronos) – Il candidato italiano all’Oscar per il miglior film straniero, designato oggi dalla Commissione istituita presso l’Anica, è ‘Terraferma’ del regista Emanuele Crialese. La Commissione di Selezione per il film italiano da candidare all’Oscar istituita dall’Anica, su invito della ‘Academy of Motion Picture Arts and Sciences’, era composta dai registi Marco Bellocchio e Luca Guadagnino, dal giornalista Nick Vivarelli, dalle produttrici Francesca Cima, Tilde Corsi e Martha Capello, dal distributore Valerio De Paolis, dalla presidente degli esportatori Paola Corvino e dal Direttore Generale per il Cinema, Nicola Borrelli. A rappresentare il cinema italiano alla selezione del Premio Oscar per il miglior film in lingua straniera, è stato dunque designato ‘Terraferma’ di Emanuele Crialese, prodotto da Cattleya, in coproduzione con Rai Cinema e in collaborazione con ‘Sensi Cinema’ (Regione Sicilia). Le nomination saranno rese note dall’Academy il 24 gennaio 2012, mentre la notte degli Oscar si celebrerà il 26 febbraio. Altri sette film si erano autonomamente proposti per la selezione: ‘Corpo celeste’ di Alice Rohrwacher, ‘Habemus Papam’ di Nanni Moretti, ‘Nessuno mi può giudicare’ di Massimiliano Bruno, ‘Noi credevamo’ di Mario Martone, ‘Notizie degli scavi’ di Emidio Greco, ‘Tatanka’ di Giuseppe Gagliardi e ‘Vallanzasca – Gli angeli del male’ di Michele Placido. E’ ovviamente “felicissimo” Crialese, ma non sorpreso. Intervistato da Cinematografo.it, il regista di origini siciliane si ritrova nel parere espresso dalla commissione, ammettendo con candore che il suo ‘Terraferma’ “è probabilmente il titolo che meglio ci rappresentava in America”. Il che non vuol dire che fosse anche il migliore della lista degli otto: “Liberiamoci dal concetto di gara – è l’invito di Crialese – E’ una scelta di opportunità che riguarda solo ed esclusivamente l’avventura americana”. “Non voglio paragonare ‘Terraferma’ ai lavori degli altri – aggiunge – Moretti è un regista che seguo da quando avevo 20 anni e Martone ha fatto un film importantissimo (‘Noi credevamo’, ndr). Solo che i criteri di scelta non afferivano solo alla qualità. Bisognerebbe chiedere lumi ai membri della commissione. Io non ero con loro”. Superato il primo scoglio, ‘Terraferma’ – prodotto da Cattleya e Rai Cinema in collaborazione con Sensi/Cinema – Regione Sicilia – dovrà ora affrontare l’insidiosissima traversata che lo separa dalla fatidica “lista dei cinque”, quella da cui sono stati esclusi i nostri candidati dal 2006 in poi. Crialese stesso ha già provato lo scotto della bocciatura in passato: nel 2005 il suo ‘Nuovomondo’, scelto dalla commissione allora incaricata, fu rispedito a casa mancando l’ingresso nelle nomination finali. In ogni caso i programmi del regista e del suo lavoro da domani sono destinati a cambiare: “Dovremo far conoscere meglio il film negli Stati Uniti. Partecipare ai festival locali a cui prima non avevamo pensato”. Difficile stabilire quali saranno gli effetti sulla performance in sala di ‘Terraferma’, finora piuttosto deludente con poco meno di un milione di euro d’incassi in tre settimane: “Spero che ora resista un po’ di più nei cinema”, è l’auspicio del regista. “Terraferma è un’opera che potrebbe trarre vantaggio dal passaparola – aggiunge Crialese – inoltre, sul suo andamento commerciale ha pesato l’uscita nella prima settimana di settembre, quando ancora in Italia ci sono belle giornate, le scuole sono chiuse, e la gente preferisce andare al mare”. Crialese, che non ha visto nessuno dei film concorrenti degli altri paesi (“Ci sono periodi, anche di 5-6 mesi, in cui non vedo niente, non vado al cinema”, confessa), si sofferma infine sugli ultimi fatti di cronaca che hanno interessato Lampedusa (la rivolta dei tunisini nel centro di accoglienza e lo scontro con la popolazione locale) e che sembrano venire fuori direttamente dal suo film: “Si chiama esasperazione – dice – Lampedusa non era attrezzata per dare assistenza a tutta questa gente. E i centri sono buoni forse per soccorrere gli immigrati nelle prime ore, non certo per ospitarli a tempo indeterminato”. Lo Stato ha lasciato da sola l’isola? “Andrebbe fatto un discorso più profondo, che parta da quello che Lampedusa può fare per l’Italia. E’ una terra piccola, sperduta, priva di strutture ospedaliere fondamentali. Non dimentichiamoci, e con ‘Nuovomondo’ avevo raccontato proprio questo, che gli americani avevano costruito un’isola artificiale per accogliere i nostri migranti. Ellis Island era un’isola spopolata. Fa una bella differenza, no?”. Cattleya e Rai Cinema si dicono “orgogliose del nuovo, grande risultato raggiunto da ‘Terraferma'”. “Siamo contenti della designazione – commenta Riccardo Tozzi presidente di Cattleya – Erano in lizza film importantissimi. Ma crediamo che ‘Terraferma’ abbia le caratteristiche giuste per concorrere. “Faremo una campagna semplice e pratica -annuncia Tozzi- come abbiamo fatto nel 2006, con successo, per ‘La bestia nel cuore'”. 

28/09/2011 Affari Italiani Sito Web
Oscar/ Crialese, telefono “bollente”, e mia madre l’ha saputo da Tg
Roma, 28 set. – Frastornato, dopo una notte trascorsa in modo “agitato” per via di un po’ di influenza, Emanuele Crialese, in un mini incontro stampa, ammette di non aver ancora parlato con i suoi amici e familiari, dopo la scelta della Commissione di selezione istituita dall’Anica di rappresentare l’Italia agli Oscar. “Sono andato in farmacia per comprare dei medicinali e tornare subito a letto. Poi lacomunicazione. Dalle 12 di stamani ho parlato – dice Crialese – solo con i giornalisti e l’ufficio stampa. I miei amici e familiari tentavano disperatamente di prendere la linea… Mia madre mi ha mandato un messaggio di insulti: ‘Ma non mi dici niente? Devo apprenderlo dai telegiornali?’…”.  

28/09/2011 AGI Sito Web
OSCAR: CRIALESE, “FILM ITALIANI TUTTI BELLI” Nessuna competizione, nessun giudizio di film migliore degli altri. Tutte le pellicole erano notevoli. Forse ‘Terraferma’ e’ stato scelto perche’ piu’ adatto al pubblico americano. Emanuele Crialese azzarda cosi’ il motivo per cui il suo lavoro e’ stato preferito agli altri dalla Commissione di selezione dell’Anica per concorrere alla cinquina dell’Oscar per il miglior film straniero. .  

 

28/09/2011 AGI Sito Web
CRIALESE BATTE MORETTI, ‘TERRAFERMA’ CANDIDATO ALL’OSCAR
Dopo aver ottenuto il Premio della Giuria a Venezia, Emanuele Crialese tenta la sua corsa per l’Oscar. E’ lui il candidato per l’Italia per la selezione per il miglior film straniero. “Terraferma” e’ stato scelto dalla Commissione istituita all’Anica che ha visionato anche altre 7 pellicole: “Corpo celeste” di Alice Rohrwacher, “Habemus Papam” di Nanni Moretti, “Nessuno di puo’ giudicare” di Massimiliano Bruno, “Noi credevamo” di Mario Martone, “Notizie degli scavi” di Emidio Greco, “Tatanka” di Giuseppe Gagliardi e “Vallanzasca – Gli angeli del male” di Michele Placido. “Non sto piu’ nella pelle, sono davvero sorpreso”. E’ il primo commento del regista. “Non me lo aspettavo ma lo speravo”, dice sottolineando che tutti i film candidati erano “molto belli”. “Non era un giudizio sul merito – sottolinea -. Il mio non e’ migliore degli altri film. Forse la pellicola e’ stata scelta perche’ piu’ fruibile negli States, piu’ rappresentiva per l’Italia. Nessuna competizione”. Adesso per Crialese comincera’ il tour americano per promuovere “Terraferma”. Sara’ presentato in vari eventi, piccoli e grandi, spiega Marco Chimens di Cattleya: “L’obiettivo e’ farlo vedere a piu’ membri dell’Academy, ma rigorosamente la visione dev’essere in sala”. Le pellicole straniere che partecipano alla selezione per la cinquina di miglior film in lingua non inglese sono circa 80. Prima del 24 gennaio, giorno in cui l’Academy Awards rendera’ nota la cinquina, ci sara’ una grossa scrematura (arriveranno a una decina). La notte degli Oscar e’ fissata invece per il 26 febbraio a Los Angeles. “Mi sento tranquillo. Negli Stati Uniti mi sento piuttosto a casa. Gli americani sono curiosi e positivi e sono amanti del cinema italiano”, continua Crialese che punta alla “semplicita’ narrativa” del suo lavoro. Con “Terraferma” il regista torna sul tema dell’immigrazione, gia’ affrontato in “Nuovomondo” (candidato per l’Italia agli Oscar nel 2006) e in “Respiro”. “E’ il tema del secolo. Lo stiamo affrontando tutti, anche gli Stati Uniti. Con ‘Nuovomondo’ – spiega – ho ricostruito a modo mio l’epopea degli italiani a inizio secolo, che partivano per l’America come per affrontare un viaggio sulla Luna. A distanza di 4 anni mi sono ritrovato a trattare ancora questo argomento. Io stesso mi sento un po’ emigrante. Sono ossessionato dal movimento dell’uomo sul pianeta. Movimento che vuol dire evoluzione e non capisco perche’ a una parte di questo mondo e’ preclusa la possibilita’ di conoscersi e quindi di evolversi”. Il viaggio per Crialese e’ essenziale anche per un ritorno a casa per “vedere le cose in modo diverso”. “Ho apprezzato e amato molto il mio paese quando ho vissuto fuori per 10 anni – racconta – si ritorna con un animo e uno spirito diversi, si guardano le cose con meno cinismo e piu’ meraviglia”. (AGI) .

28/09/2011 ANSA Sito Web
Cinema Terraferma e’ il candidato italiano agli Oscar
Lo ha stabilito oggi la Commissione di selezione istituita all’Anica
ROMA – ‘Terraferma’ di Emanuele Crialese e’ il candidato italiano agli Oscar per il miglior film in lingua non in inglese. E’ quanto ha stabilito oggi la Commissione di selezione istituita all’Anica. In corsa con ‘Terraferma’ per la cinquina del miglior film non in lingua inglese, c’erano altri sette film: ‘Corpo celeste’ di Alice Rohrwacher, ‘Habemus Papam’ di Nanni Moretti, ‘Nessuno mi puo’ giudicare’ di Massimiliano Bruno, ‘Noi credevamo’ di Mario Martone, ‘Notizie dagli scavi’ di Emidio Greco, Tatanka di Giuseppe Gagliardi e Vallanzasca di Michele Placido. La commissione quest’anno era composta da Nicola Borrelli (Direttore Generale Cinema), Marco Bellocchio (regista), Martha Capello (presidente AGPC, Associazione Giovani Produttori Cinematografici), Francesca Cima (produttrice), Tilde Corsi (produttrice), Paola Corvino (presidente UNEFA, Union of Film and Audiovisual Exporters), Valerio De Paolis (distributore), Luca Guadagnino (regista) e Niccolò Vivarelli (giornalista). L’anno scorso era stato candidato per l’Italia, ‘La prima cosa bella’ di Paolo Virzì  

28/09/2011 ANSA Sito Web
Cinema Terraferma candidato Italia a Oscar Il film era nella rosa con Moretti e Martone (ANSA) – ROMA, 28 SET – ‘Terraferma’ di Emanuele Crialese e’ il candidato italiano agli Oscar per il miglior film in lingua non in inglese. E’ quanto ha stabilito oggi la Commissione di selezione istituita all’Anica. In corsa c’erano altri sette film: Corpo celeste di Alice Rohrwacher, Habemus Papam’ di Nanni Moretti, Nessuno mi puo’ giudicare di Massimiliano Bruno, Noi credevamo di Mario Martone, Notizie dagli schiavi di Emidio Greco, Tatanka di Giuseppe Gagliardi e Vallanzasca di Michele Placido.  

29/09/2011 L’Arena di Verona Pag. 49
Il dramma del Mediterraneo vince sul Risorgimento romanzato di Martone e sul Vaticano psicanalitico «Terraferma» è il film dell’Italia per la candidatura agli Oscar
È Terraferma, il film sull’immigrazione di Emanuele Crialese già premiato dalla giuria al festival di Venezia, il candidato a rappresentare l’Italia agli Oscar. La commissione dell’Anica (associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive) lo ha scelto per entrare in corsa preferendolo ad altre sette pellicole: Corpo celeste di Alice Rohrwacher, Habemus Papam di Nanni Moretti, Nessuno mi può giudicare di Massimiliano Bruno, Noi credevamo di Mario Martone, Notizie dagli scavi di Emidio Greco, Tatanka di Giuseppe Gagliardi e Vallanzasca di Michele Placido. L’anno scorso era stato candidato per l’Italia La prima cosa bella di Paolo Virzì. Felice e modesto il regista: «Questo non è il miglior film tra gli otto candidati, ma quello che la commissione ha ritenuto più adatto per il pubblico americano». La concorrenza con gli altri candidati italiani tra cui Martone e Moretti? «Non parlerei di concorrenza, ma di una bella squadra composta da colleghi stimatissimi. Insomma, non mi sono mai sentito davvero in gara con loro. C’erano film davvero belli, penso per esempio a quello di Mario Martone». Crialese era stato già candidato all’Oscar per l’Italia nel 2006 con Nuovomondo, un altro film sull’immigrazione, questa volta però verso l’America a inizi Novecento. «In realtà», dice il regista, «sono entrambi film sul viaggio, sul movimento. Nuovomondo era un po’ un viaggio sulla Luna di chi arrivava in America, questo invece è più attuale. È vero, sono sempre stato affascinato dal viaggio di popoli e anche io mi sento un emigrante, in viaggio, in movimento. L’immigrazione è un tema molto sentito dagli americani. Certo, forse stenteranno a credere vedendo il mio film che ci possa essere un’accoglienza così come accade da noi». Il film mostra la gente di Linosa che solidarizza con i boat-people. Sul risultato non troppo favorevole in sala di Terraferma, si giustifica Crialese: «È uscito nella prima settimana di settembre in un momento non troppo favorevole, ma lentamente il risultato sta crescendo: chi va a vederlo, insomma, invita altri a farlo. Per me già i risultati di oggi sono inaspettati: il tema non è facile».  

 
29/09/2011 Avvenire – Ed. Nazionale Pag. 29
Oscar, ecco perché hanno scelto Terraferma
L’Italia candida il film di Crialese. Tocca un tema comune che piacerà all’Academy americana l botteghino italiano non è andata molto bene, però all’ultimo Festival di Venezia ha vinto il Premio Speciale della Giuria, presieduta da Darren Aronofsky, mentre i giornalisti cinematografici gli hanno consegnato il Premio Pasinetti. Per non parlare del successo ottenuto al Festival di Toronto e delle lodi del New York Times. Sarà per questo allora che «Terraferma» di Emanuele Crialese è stato scelto per rappresentare l’Italia ai prossimi Oscar, nella categoria miglior film straniero, sbaragliando le altre sette pellicole, tutte autocandidate: «Habemus Papam» di Moretti, «Noi credevamo» di Martone, «Vallanzasca» di Placido, «Corpo celeste» della Rohrwacher, «Notizie dagli scavi» di Greco, «Tatanka» di Gagliardi e «Nessuno mi può giudicare» di Bruni. Lo ha deciso una commissione di selezione istituita dall’Anica di cui fanno parte Paola Corvino, presidente cinesportatori italiani, le produttrici Tilde Corsi, Francesca Cima e Martha Capello, il distributore Valerio De Paolis, i registi Marco Bellocchio e Luca Guadagnino, il giornalista di Variety Nick Vivarelli e, per il Ministero dei Beni Culturali, Nicola Borrelli. «Ci speravo, ma non me lo aspettavo – ha detto il regista anche perché concorrevo con grandi film. Non sto più nella pelle!». I criteri di valutazione sono ormai chiari: per avere qualche chance di entrare nella prestigiosa cinquina dei migliori stranieri (l’ultima volta è accaduto nel 2006 con la Comencini, il prossimo 25 gennaio conosceremo i candidati) bisogna puntare su storie facilmente esportabili, universali, capaci di arrivare anche al cuore dei membri dell’Academy. E «Terraferma», prodotto da Cattleya e Rai Cinema, specchio non solo dell’Italia, ma del mondo di oggi, sembra avere i requisiti giusti per piacere agli americani, non certo insensibili al drammatico tema dell’immigrazione. Ambientato nella piccola isola di Linosa e mescolando poesia e realismo, il film è infatti la storia dell’incontro tra due donne – la siciliana Giulietta e l’etiope Sara, scampata con il figlioletto a un drammatico naufragio – entrambe in cerca di una vita migliore altrove, mentre il giovane Filippo, il nonno pescatore e lo zio Nino mettono in scena le contraddizioni fra tradizione e modernità, la compassionevole legge del mare e quella impietosa dell’uomo.

29/09/2011 Brescia Oggi Pag. 40
Il dramma del Mediterraneo vince sul Risorgimento romanzato di Martone e sul Vaticano psicanalitico «Terraferma» è il film dell’Italia per la candidatura agli Oscar
È Terraferma, il film sull’immigrazione di Emanuele Crialese già premiato dalla giuria al festival di Venezia, il candidato a rappresentare l’Italia agli Oscar. La commissione dell’Anica (associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive) lo ha scelto per entrare in corsa preferendolo ad altre sette pellicole: Corpo celeste di Alice Rohrwacher, Habemus Papam di Nanni Moretti, Nessuno mi può giudicare di Massimiliano Bruno, Noi credevamo di Mario Martone, Notizie dagli scavi di Emidio Greco, Tatanka di Giuseppe Gagliardi e Vallanzasca di Michele Placido. L’anno scorso era stato candidato per l’Italia La prima cosa bella di Paolo Virzì. Felice e modesto il regista: «Questo non è il miglior film tra gli otto candidati, ma quello che la commissione ha ritenuto più adatto per il pubblico americano». La concorrenza con gli altri candidati italiani tra cui Martone e Moretti? «Non parlerei di concorrenza, ma di una bella squadra composta da colleghi stimatissimi. Insomma, non mi sono mai sentito davvero in gara con loro. C’erano film davvero belli, penso per esempio a quello di Mario Martone». Crialese era stato già candidato all’Oscar per l’Italia nel 2006 con Nuovomondo, un altro film sull’immigrazione, questa volta però verso l’America a inizi Novecento. «In realtà», dice il regista, «sono entrambi film sul viaggio, sul movimento. Nuovomondo era un po’ un viaggio sulla Luna di chi arrivava in America, questo invece è più attuale. È vero, sono sempre stato affascinato dal viaggio di popoli e anche io mi sento un emigrante, in viaggio, in movimento. L’immigrazione è un tema molto sentito dagli americani. Certo, forse stenteranno a credere vedendo il mio film che ci possa essere un’accoglienza così come accade da noi». Il film mostra la gente di Linosa che solidarizza con i boat-people. Sul risultato non troppo favorevole in sala di Terraferma, si giustifica Crialese: «È uscito nella prima settimana di settembre in un momento non troppo favorevole, ma lentamente il risultato sta crescendo: chi va a vederlo, insomma, invita altri a farlo. Per me già i risultati di oggi sono inaspettati: il tema non è facile».

28/09/2011 CINECITTA’ NEWS
Crialese in corsa per l’Oscar
E’ Terraferma, Premio speciale della Giuria a Venezia 68, il candidato italiano scelto dalla  commissione istituita presso l’ANICA che correrà per l’Oscar al miglior film in lingua non  inglese. Prossima tappa il 24 gennaio quando l’Academy annuncerà le nomination, mentre la notte degli  Oscar si celebrerà il 26 febbraio. Il film ha avuto la meglio sugli altri 7 titoli autocandidatesi: Corpo celeste di Alice  Rohrwacher, Habemus Papam di Nanni Moretti, Nessuno mi può giudicare di Massimiliano Bruno, Noi  credevamo di Mario Martone, Notizie degli scavi di Emidio Greco, Tatanka di Giuseppe Gagliardi e  Vallanzasca-Gli angeli del male di Michele Placido. La commissione di selezione è composta da Nicola Borrelli (Direttore Generale Cinema Ministero  per i Beni e le Attività Culturali), Marco Bellocchio, Martha Capello (Presidente AGPC  Associazione Giovani Produttori Cinematografici), le produttrici Francesca Cima e Tilde Corsi,  Paola Corvino (Presidente UNEFA – Unione Nazionale Esportatori Film e Audiovisivi), Valerio De  Paolis (distributore), Luca Guadagnino (regista) e il giornalista di Variety Nick Vivarelli.

 

28/09/2011 CORRIERE
Terraferma candidato agli Oscar – Crialese: «Non ci credevo ma speravo»
Il film sull’immigrazione che ha commosso Venezia va a Los Angeles. Il regista: «Non sto nella pelle»
MILANO – «Terraferma» di Emanuele Crialese è il candidato italiano agli Oscar per il miglior film  in lingua non in inglese. È quanto ha stabilito mercoledì la Commissione di selezione istituita  all’ANICA. Il film che racconta l’emergenza immigrazione aveva commosso Venezia e vinto il premio  speciale della Giuria alla Mostra del Cinema in Laguna.
ESULTA CRIALESE – «Non sto più nella pelle, sono davvero sorpreso». È il primo commento del  regista Crialese, dopo aver avuto la notizia che il suo «Terraferma» è candidato dall’Italia alla  selezione della cinquina per il miglior film straniero per l’Oscar. Raggiunto al telefono dall’  AGI, Crialese «scaramanticamente» dice di «non aver fatto programmi. Continueremo i programmi già  fissati, ossia la partecipazione ai festival internazionali. E poi ci concentreremo sullo sbarco  del film negli States». Crialese ha ammesso di sperare in questa candidatura italiana. «Non me lo  aspettavo ma lo speravo, questo sì. Concorrevo con grandi film, quello di Martone ad esempio o  quello di Moretti… Insomma ero in ottima compagnia». «Sono molto contento anche perchè  ‘Terrafermà, rispetto agli altri miei film ha una certa semplicità, è essenziale». L’Academy  sceglierà la cinquina il 25 gennaio 2012. La cerimonia degli Oscar è prevista il 26 febbraio a  Los Angeles. LA SELEZIONE – In corsa con «Terraferma» per la cinquina del miglior film non in lingua inglese  c’erano altre sette pellicole: «Corpo celeste» di Alice Rohrwacher, «Habemus Papam» di Nanni  Moretti, «Nessuno mi può giudicare» di Massimiliano Bruno, «Noi credevamo» di Mario Martone,  «Notizie dagli scavi» di Emidio Greco, «Tatanka» di Giuseppe Gagliardi e «Vallanzasca» di Michele  Placido. La commissione quest’anno era composta da Nicola Borrelli (Direttore Generale Cinema),  Marco Bellocchio (regista), Martha Capello (presidente AGPC, Associazione Giovani Produttori  Cinematografici), Francesca Cima (produttrice), Tilde Corsi (produttrice), Paola Corvino  (presidente UNEFA, Union of Film and Audiovisual Exporters), Valerio De Paolis (distributore),  Luca Guadagnino (regista) e Niccolò Vivarelli (giornalista). L’anno scorso era stato candidato  per l’Italia «La prima cosa bella» di Paolo Virzì.

29/09/2011 La Citta di Salerno – Ed. Nazionale Pag. 45
CINEMA Terraferma in corsa per l’Italia all’Oscar
Dopo aver ottenuto il Premio della Giuria a Venezia, Emanuele Crialese, con “Terraferma”, tenta la corsa anche per l’Oscar. Il regista di origine siciliana è il candidato per l’Italia che parteciperá alla selezione per il miglior film straniero.”Terraferma” è stato infatti scelto dalla Commissione creata ad hoc dall’Anica. Incontenibile la gioia di Crialese che si «è detto sorpreso». La scelta di sicuro aiuterá lo staff del regista a programmare al meglio lo sbarco nei cinema statunitensi. Oltre a “Terraferma'” si erano candidate altre 7 pellicole, tra cui “Habemus Papam” di Nanni Moretti (l’unico vero sfidante prima del verdetto), “Noi credevamo” di Mario Martone. Oltre a “Tatanka” di Giuseppe Gagliardi e “Vallanzasca – Gli angeli del male” di Michele Placido. Il 25 gennaio l’Academy sceglierá la cinquina per il miglior film straniero. La cerimonia di premiazione è prevista invece il 26 febbraio a Los Angeles.   

29/09/2011 Il Cittadino di Lodi Pag. 38
Emanuele Crialese tenta la corsa per l’Oscar: candidato italiano per il miglior film straniero
Dopo aver ottenuto il premio della Giuria a Venezia, Emanuele Crialese tenta la sua corsa per l’Oscar. È lui il candidato per l’Italia per la selezione per il miglior film straniero. “Terraferma” è stato scelto dalla Commissione istituita all’Anica che ha visionato anche altre 7 pellicole: “Corpo celeste” di Alice Rohrwacher, “Habemus Papam” di Nanni Moretti, “Nessuno di può giudicare»•” di Massimiliano Bruno, “Noi credevamo” di Mario Martone, “Notizie degli scavi” di Emidio Greco, “Tatanka” di Giuseppe Gagliardi e “Vallanzasca – Gli angeli del male” di Michele Placido. «Non sto più nella pelle, sono davvero sorpreso». È il primo commento del regista. «Non me lo aspettavo ma lo speravo», dice sottolineando che tutti i film candidati erano «molto belli». «Non era un giudizio sul merito – sottolinea -. Il mio non è migliore degli altri film. Forse la pellicola è stata scelta perché più fruibile negli States, più rappresentiva per l’Italia. Nessuna competizione». Adesso per Crialese comincerà il tour americano per promuovere “Terraferma”. Sarà presentato in vari eventi, piccoli e grandi, spiega Marco Chimens di Cattleya: «L’obiettivo è farlo vedere a più membri dell’Academy, ma rigorosamente la visione dev’essere in sala». Le pellicole straniere che partecipano alla selezione per la cinquina di miglior film in lingua non inglese sono circa 80. Prima del 24 gennaio, giorno in cui l’Academy Awards renderà nota la cinquina, ci sarà una grossa scrematura (arriveranno a una decina). La notte degli Oscar è fissata invece per il 26 febbraio a Los Angeles.

29/09/2011 City – Napoli Pag. 13
Il film di Crialese candidato per la corsa all’Oscar
“Terraferma” di Emanuele Crialese è il film candidato italiano per la corsa agli Oscar. La decisione è stata presa ieri dalla Commissione di selezione istituita presso l’Anica su incarico dell’Academy Award. Il film racconta l’emergenza immigrazione ed era in lizza con altre sette pellicole. Dopo aver vinto il Leone Speciale della Giuria e il premio Pasinetti alla Mostra del Cinema di Venezia, “Terraferma” potrebbe ora dunque entrare nella cinquina per il miglior film straniero che l’Academy sceglierà il 25 gennaio 2012. Crialese, già candidato all’Oscar nel 2006 con “Nuovomondo”, si è detto “felicissimo e onoratissimo della scelta”. Poi ha aggiunto: “non posso dire che me l’aspettavo, ma solo che lo speravo”. La cerimonia di assegnazione delle statuette è prevista il 26 febbraio a Los Angeles.   

28/09/2011 Corriere.it Sito Web
Terraferma candidato agli Oscar
MILANO – «Terraferma» di Emanuele Crialese è il candidato italiano agli Oscar per il miglior film in lingua non in inglese. È quanto ha stabilito mercoledì la Commissione di selezione istituita all’Anica. Il film che racconta l’emergenza immigrazione aveva commosso Venezia e vinto il premio speciale della Giuria alla Mostra del Cinema in Laguna.

28/09/2011 E-DUESSE
‘Terraferma’ in corsa per gli Oscar
Il film di Emanuele Crialese scelto come candidato italiano alla cinquina del miglior film  straniero
Sarà ‘Terraferma’ di Emanuele Crialese il candidato italiano alla cinquina del miglior film  straniero degli Oscar. Lo ha stabilito la commissione selezionatrice istituita dall’ANICA. La  pellicola, recentemente premiata alla Mostra di Venezia con il premio speciale della giuria e  proiettata con successo a Toronto, ha prevalso sui concorrenti ‘Habemus Papam’ di Nanni Moretti,  ‘Noi credevamo’ di Mario Martone, ‘Corpo celeste’ di Alice Rohrwacher, ‘Nessuno mi può giudicare’  di Massimiliano Bruno, ‘Vallanzasca’ di Michele Placido, ‘Notizie degli scavi’ di Emidio Greco e  ‘Tatanka’ di Giuseppe Gagliardi. Una nuova sfida attende quindi l’opera di Crialese, che già ha  ottenuto buoni riscontri a livello internazionale: il film, venduto nel mondo da Elle Driver,  sarà infatti distribuito in Belgio, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo (Cinemien), in Israele  (United King), in Medio Oriente (Phars), in Scandinavia (Non Stop) e in Brasile (Conquest), con  trattative aperte per quanto riguarda Russia, Spagna e territori di lingua inglese. La  commissione selezionatrice era composta da Nicola Borrelli (Direttore Generale Cinema Ministero  per i Beni e le Attività Culturali), dai registi Marco Bellocchio e Luca Guadagnino, da Martha  Capello (Presidente AGPC Associazione Giovani Produttori Cinematografici), dalle produttrici  Francesca Cima e Tilde Corsi, da Paola Corvino (Presidente UNEFA), dal distributore Valerio De  Paolis (distributore) e dal giornalista Nick Vivarelli.

28/09/2011 GIORNALE DELLO SPETTACOLO
Cinema: con ‘Terraferma’ l’Italia corre per gli Oscar   
ROMA – 28 SETTEMBRE 2011 – Il candidato italiano all’Oscar per il miglior film straniero  designato dalla Commissione istituita presso l’ANICA è Terraferma di Emanuele Crialese.
In corsa c’erano otto film che si sono autocandidati. Le nomination saranno rese note  dall’Academy il 24 gennaio 2012, mentre la notte degli Oscar si celebrerà il 26 febbraio.

 

29/09/2011 Gazzetta del Sud Pag. 17
“Terraferma” di Crialese verso l’Oscar
ROMA È felice, un po’ malato dopo una notte insonne (ieri mattina prima della notizia era andato in farmacia per comprarsi alcuni medicinali per l’influenza) e si sente anche un po’ nomade, un migrante proprio come quelli raccontati in “Terraferma” e in “Nuovomondo”. Emanuele Crialese, candidato per l’Italia per il miglior film proprio per “Terraferma”, è soprattutto confuso dopo tante telefonate ricevute e ha fatto arrabbiare la mamma che ha dovuto sapere la notizia dai Tg. Comunque, ci tiene a dire in un incontro ristretto con la stampa, «questo non è il miglior film tra gli otto candidati, ma quello che la commissione ha ritenuto più adatto per il pubblico Usa». La concorrenza con gli altri candidati italiani tra cui Martone e Moretti? «Non parlerei di concorrenza, ma di una bella squadra composta da colleghi stimatissimi, insomma non mi sono mai sentito davvero in gara con loro. C’erano film davvero belli, penso ad esempio a quello di Mario Martone». Il film, prodotto da Cattleya e Rai Cinema in collaborazione con Sensi Cinema – Regione Sicilia che potrebbe correre per la cinquina per il miglior film straniero (lo si saprà solo il 24 gennaio), ha, secondo il regista che ha studiato negli Usa, molte cose che potrebbero piacere agli americani: «questi sono sono molto sensibili a tutte le storie in cui ci sono relazioni e conflitti umani, c’è in questo senso molta attenzione da parte di questo popolo». Crialese che è stato già candidato all’Oscar per l’Italia nel 2006 con “Nuovomondo”, un altro film sull’immigrazione, questa volta però verso l’America a inizi Novecento, dice: «In realtà sono entrambi film sul viaggio sul movimento. “Nuovomondo” era un po’ un viaggio sulla Luna di chi arrivava in america, questo invece è più attuale. È vero sono sempre stato affascinato dal viaggio di popoli e anche io mi sento un emigrante, in viaggio, in movimento». Già in “Nuovomondo” – continua il regista – «avevo parlato di immigrazione ed è un tema molto sentito dagli americani. Certo forse stenteranno a credere vedendo il mio film che ci possa essere un’accoglienza così come accade da noi». E riconosce infine che anche il suo primo film, “Respiro”, era un lavoro sull’emigrazione: «è così, è come se avessi oggi concluso una trilogia e mi ritrovassi aperto al nuovo». Teme invece che potrebbe non piacere agli americani «il fatto che in “Terraferma” ho lavorato per sottrazione e gli americani, come si sa, amano le spiegazioni e non gli piacciono dei vuoti nella sceneggiatura come anche i finali aperti». Sul risultato non troppo favorevole in sala di “Terraferma”, si giustifica Crialese: «è uscito nella prima settimana di settembre in un momento non troppo favorevole, ma lentamente il risultato sta crescendo: chi va a vederlo, insomma, invita altri a farlo. Per me già i risultati di oggi sono inaspettati, il tema dell’immigrazione e un argomento di cui la gente ne abbastanza» “Terraferma” è stato scelto dalla Commissione istituita all’Anica che ha visionato anche altre 7 pellicole: “Corpo celeste” di Alice Rohrwacher, “Habemus Papam” di Nanni Moretti, “Nessuno di può giudicare” di Massimiliano Bruno, “Noi credevamo” di Mario Martone, “Notizie degli scavi” di Emidio Greco, “Tatanka” di Giuseppe Gagliardi e “Vallanzasca – Gli angeli del male” di Michele Placido. Le pellicole straniere che partecipano alla selezione per la cinquina di miglior film in lingua non inglese sono circa 80. Prima del 24 gennaio, giorno in cui l’Academy Awards renderà nota la cinquina, ci sarà una grossa scrematura (arriveranno a una decina).

29/09/2011 La Gazzetta di Parma Pag. 42
CINEMA IL FILM, GIA’ PREMIATO A VENEZIA, PREFERITO A QUELLI DI MARTONE E MORETTI L’Italia lancia «Terraferma» nella lunga corsa all’Oscar
Crialese: «Negli Usa c’è attenzione alle storie sull’immigrazione» E’ «Terraferma» di Emanuele Crialese il candidato italiano agli Oscar per il miglior film in lingua non in inglese. Lo ha stabilito ieri la Commissione di selezione istituita all’Anica. Il film di Crialese, che poche settimane fa si era aggiudicato il Premio Speciale della Giuria alla Mostra di Venezia, ha vinto la concorrenza di «Corpo celeste» di Alice Rohrwacher, «Habemus Papam» di Nanni Moretti, «Nessuno mi può giudicare» di Massimiliano Bruno, «Noi credevamo» di Mario Martone, «Notizie dagli scavi» di Emidio Greco, «Tatanka» di Giuseppe Gagliardi e «Vallanzasca» di Michele Placido. «Sono felicissimo e onoratissimo – ha commentato a caldo il regista romano ma di origine siciliana – anche se non posso dire che me l’aspettavo, ma solo che lo speravo». In quanto alla concorrenza con gli altri candidati italiani, soprattutto Martone e Moretti, Crialese ha spiegato: «Non parlerei di concorrenza, ma di una bella squadra composta da colleghi stimatissimi, insomma non mi sono mai sentito davvero in gara con loro. C’erano film davvero belli, penso ad esempio a quello di Mario Martone». «Terraferma», prodotto da Cattleya e Rai Cinema in collaborazione con Sensi Cinema – Regione Sicilia, affronta in modo anche poetico e delicato il tema dell’immigrazione e degli sbarchi dei clandestini sulle nostre coste. E secondo il regista (che ha studiato negli Usa) ha molte cose che potrebbero piacere agli americani: «all’Academy sono sono molto sensibili a tutte le storie in cui ci sono relazioni e conflitti umani, c’è in questo senso molta attenzione da parte di questo popolo». Crialese è stato già candidato all’Oscar per l’Italia nel 2006 con «Nuovomondo», un altro film sull’immigrazione (in quel caso verso l’America a inizi Novecento): «In effetti è un tema molto sentito dagli americani. Certo, vedendo ‘Terraferma’ forse stenteranno a credere che ci possa essere un’accoglienza così, calcolando che proprio ‘Nuovomondo’ raccontava dell’isola Ellis Island che loro avevano messo a disposizione per i migranti». Ma poi Crialese ammette che al confine con il Messico non c’è una realtà tanto diversa da quella italiana. Sempre negli Usa, dice ancora il regista di «Respiro», potrebbero apprezzare «le immagini dei turisti sculettanti che in vacanza ballano sulla barca, un’immagine metaforica che vuole ricordare ciò che noi vediamo ogni sera in tv». Il rischio, semmai, «è che gli americani amano le spiegazioni piuttosto che i finali aperti». 24 gennaio 2012 il giorno in cui si saprà se «Terraferma» sarà incluso nella cinquina che concorrerà all’Oscar per il miglior film in lingua straniera. Ultimamente non era andata bene nè a «La prima cosa bella» di Virzì nè a «Baarìa» di Tornatore.

29/09/2011 Il Giornale – Ed. Nazionale Pag. 39
Il caso di Riccardo Tozzi di «Cattleya»
Quella strana «influenza» del produttore sulla commissione
Si profila forse una tendenza Russia in seno all’Anica presieduta dalla stessa persona fisica, che ha prodotto Terraferma di Crialese, ossia Riccardo Tozzi di Cattleya, anche membro del Cda di Cinecittà? Se quest’anno, infatti, ha destato scandalo la candidatura all’Oscar di Burnt By the Sun 2: Citadel del cineasta Nikita Mikhalkov, guarda caso pure (discusso) Presidente dell’Unione dei cineasti russi, non meno limpida pare la posizione di chi, da noi, ha due parti in commedia. È vero chela Commissione di Selezione per il film italiano da candidare all’Oscar è composta dai registi Marco Bellocchio e Luca Guadagnino; dal giornalista Nick Vivarelli, dalle produttrici Tilde Corsi e Martha Capello, dal distributore ValerioDe Paolis, dalla Presidente degli esportatori Paola Corvino e dal Direttore Generale per il Cinema, Nicola Borrelli, tuttavia un’ombra d’influenza consociativa permane sulla candidatura di Crialese. A Mosca, novanta cineasti, tra i quali Aleksandr Sokurov, trionfatore a Venezia col suo Faust , hanno firmato una lettera di protesta. A Roma Rai Cinema, con Cattleya produttrice di Terraferma , scarso al box-office d’autunno, dirama un comunicato nel quale Tozzi dice: «Faremo una campagna semplice e pratica, come abbiamo fatto nel 2006, con successo, per La bestia nel cuore ». Da consorte della regista Cristina Comencini, lì autrice, Tozzi sperò fino all’ultimo, e invano, nella statuetta. Di fatto, è dal 1999 che l’Italia resta a becco asciutto. Da quando, cioè, la Loren strillò: «The winner is Roberto!». Con La vita è bella , il Benignaccio guadagnò l’Oscar. Adesso vedremo come andrà a finire.  
  
  

29/09/2011 Il Giornale di Vicenza Pag. 57
CINEMA. Il dramma del Mediterraneo vince sul Risorgimento romanzato di Martone e sul Vaticano psicanalitico
«Terraferma» è il film dell’Italia per la candidatura agli Oscar
È Terraferma, il film sull’immigrazione di Emanuele Crialese già premiato dalla giuria al festival di Venezia, il candidato a rappresentare l’Italia agli Oscar. La commissione dell’Anica (associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive) lo ha scelto per entrare in corsa preferendolo ad altre sette pellicole: Corpo celeste di Alice Rohrwacher, Habemus Papam di Nanni Moretti, Nessuno mi può giudicare di Massimiliano Bruno, Noi credevamo di Mario Martone, Notizie dagli scavi di Emidio Greco, Tatanka di Giuseppe Gagliardi e Vallanzasca di Michele Placido. L’anno scorso era stato candidato per l’Italia La prima cosa bella di Paolo Virzì. Felice e modesto il regista: «Questo non è il miglior film tra gli otto candidati, ma quello che la commissione ha ritenuto più adatto per il pubblico americano». La concorrenza con gli altri candidati italiani tra cui Martone e Moretti? «Non parlerei di concorrenza, ma di una bella squadra composta da colleghi stimatissimi. Insomma, non mi sono mai sentito davvero in gara con loro. C’erano film davvero belli, penso per esempio a quello di Mario Martone». Crialese era stato già candidato all’Oscar per l’Italia nel 2006 con Nuovomondo, un altro film sull’immigrazione, questa volta però verso l’America a inizi Novecento. «In realtà», dice il regista, «sono entrambi film sul viaggio, sul movimento. Nuovomondo era un po’ un viaggio sulla Luna di chi arrivava in America, questo invece è più attuale. È vero, sono sempre stato affascinato dal viaggio di popoli e anche io mi sento un emigrante, in viaggio, in movimento. L’immigrazione è un tema molto sentito dagli americani. Certo, forse stenteranno a credere vedendo il mio film che ci possa essere un’accoglienza così come accade da noi». Il film mostra la gente di Linosa che solidarizza con i boat-people. Sul risultato non troppo favorevole in sala di Terraferma, si giustifica Crialese: «È uscito nella prima settimana di settembre in un momento non troppo favorevole, ma lentamente il risultato sta crescendo: chi va a vederlo, insomma, invita altri a farlo. Per me già i risultati di oggi sono inaspettati: il tema non è facile».   

28/09/2011 Key4Biz Sito Web
Anica: ‘Terraferma’ di Emanuele Crialese sarà il film candidato agli Oscar per l’Italia
Il film di Emanuele Crialese designato dalla commissione istituita all’ANICA per la corsa all’Oscar per il miglior film in lingua non inglese. La Commissione di Selezione per il film italiano da candidare all’Oscar istituita dall’ ANICA, su invito della “Academy of Motion Picture Arts and Sciences”, riunita davanti a un notaio e composta dai registi Marco BELLOCCHIO e Luca GUADAGNINO, dal giornalista Nick VIVARELLI, dalle produttrici Francesca CIMA, Tilde CORSI e Martha CAPELLO, dal distributore Valerio DE PAOLIS, dalla presidente degli esportatori Paola CORVINO e dal Direttore Generale per il Cinema, Nicola BORRELLI, ha designato a rappresentare il cinema italiano alla selezione del Premio Oscar per il miglior film in lingua straniera, “TERRAFERMA” di Emanuele Crialese, prodotto da Cattleya, in coproduzione con RAI Cinema e in collaborazione con “Sensi Cinema” (Regione Sicilia). Altri sette film si erano autonomamente proposti per la selezione: CORPO CELESTE di Alice Rohrwacher, HABEMUS PAPAM di Nanni Moretti, NESSUNO MI PUO’ GIUDICARE di Massimiliano Bruno, NOI CREDEVAMO di Mario Martone, NOTIZIE DEGLI SCAVI di Emidio Greco, TATANKA di Giuseppe Gagliardi e VALLANZASCA – GLI ANGELI DEL MALE di Michele Placido. Le nomination saranno rese note dall’Academy il 24 gennaio 2012, mentre la notte degli Oscar si celebrerà il 26 febbraio.  

28/09/2011 Lettera43 Sito Web
“Terraferma” vola agli Oscar
Terraferma di Emanuele Crialese è il candidato italiano agli Oscar per il miglior film in lingua non in inglese. È quanto ha stabilito mercoledì 28 settembre la Commissione di selezione istituita all’Anica. Il film che racconta l’emergenza immigrazione aveva commosso Venezia e vinto il premio speciale della Giuria alla Mostra del Cinema in Laguna. CORSA A CINQUE. In corsa con Terraferma per la cinquina del miglior film non in lingua inglese, c’erano altri sette film: Corpo celeste di Alice Rohrwacher, Habemus Papam di Nanni Moretti, Nessuno mi puo’ giudicare di Massimiliano Bruno, Noi credevamo di Mario Martone, Notizie dagli scavi di Emidio Greco, Tatanka di Giuseppe Gagliardi e Vallanzasca di Michele Placido.

29/09/2011 Libero – Ed. Nazionale Pag. 35
Il retroscena. Ma è una scelta che puzza di inciucio
Quando, all’ultima Mostra del cinema di Venezia, Emanuele Crialese è salito sul palco per ritirare il premio speciale della giuria al suo Terraferma , si è lanciato in un comizio di qualche minuto. Ha voluto ringraziare con particolare calore Riccardo Tozzi, produttore di Cattleya, senza cui il film non si sarebbe mai fatto. «Ha soffiato sulla vela di una barca che ha rischiato di perdere la rotta», disse il regista, quasi commosso. Molti hanno letto queste parole – e il riconoscimento a Crialese – come una sorta di risarcimento a Tozzi. Quest’ultimo, infatti, è il compagno di vita di Cristina Comencini, che al Lido presentava Quando la notte (con Claudia Pandolfi e Filippo Timi). Durante la proiezione per la stampa, il film fu fischiatissimo e vittima di clamorosi sghignazzi. Tozzi si arrabbiò parecchio e gridò al complotto, chiedendo conto dell’accaduto ai vertici della Mostra. Guarda la coincidenza: Riccardo Tozzi è anche presidente di Anica , l’associazione che istituisce la Commissione di selezione per gli Oscar (da pochi giorni il produttore è stato nominato, fra l’altro, anche ai veritici di Cinecittà). Nella commissione, poi, era presente pure Marco Bellocchio, premiato proprio a Venezia con un bel leone alla carriera. Non vorremmo essere maligni, ma le circostanze sono interessanti. Il potente produttore porta a Venezia Crialese e la Comencini (sua moglie e intellettuale schieratissima a sinistra, animatrice di “Se non ora quando”). Gli fischiano la moglie e Crialese si piglia un premio di consolazione. Poi Anica, di cui Tozzi è presidente, attraverso la sua commissione sceglie Crialese per gli Oscar. Ecco, diciamo che ha avuto più soddisfazioni che al Lido… 

 

29/09/2011 Il Mattino – Ed. Nazionale Pag. 23
Crialese in corsa per l’Oscar «Migranti, la mia ossessione»
Oscar Cosulich «Non mi sono mai sentito in concorrenza con gli altri italiani che si erano candidati per l’Oscar, ho sempre pensato che fossimo tutti una grande squadra. Chi mi ha scelto non ha certo espresso un giudizio di merito: il mio non è stato considerato il migliore tra i film candidati, ma solo quello ritenuto più adatto al pubblico americano», dice Emanuele Crialese, ancora stordito dalla notizia che il suo «Terraferma» sia stato scelto come portabandiera del cinema italiano alla corte dell’Academy. E a conferma di un ritrovato «spirito di gruppo» dei nostri cineasti, poco prima che l’improvvisato incontro del regista con la stampa si concludesse, arriva l’affettuoso messaggio di auguri di Nanni Moretti che con il suo «Habemus Papam» era (insieme con «Noi Credevamo» di Mario Martone) uno dei rivali più temibili di Crialese. «Terraferma» è il terzo film dell’ideale «trilogia dell’emigrazione» firmata dal regista, trilogia aperta nel 2002 da «Respiro», proseguita nel 2006 con «Nuovomondo» che fu scelto anch’esso, pur senza fortuna, per correre all’Oscar (rendendo Crialese, insieme a Tornatore, l’unico due volte proposto all’Academy negli ultimi dieci anni) e, assicura il regista, dovrebbe «chiudere la mia narrazione dell’emigrazione». «Terraferma», ambientato a Lampedusa come già «Respiro», racconta un’isola di pescatori quasi intatta, appena lambita dal turismo, che pure comincia a modificare comportamenti e mentalità dei suoi abitanti. L’arrivo dei clandestini, insieme alle nuove leggi sui «respingimenti» (negazione della cultura del mare e dell’etica che obbliga al soccorso chi si trovi in difficoltà tra i flutti), sconvolge la vita di una famiglia di pescatori. ll film, prodotto da Cattleya in coproduzione con Rai Cinema e in collaborazione con Sensi Cinema (Regione Sicilia), è stato designato ieri dalla commissione istituita all’Anica su invito della Academy of Motion Picture Arts and Sciences. La commissione era composta dai registi Marco Bellocchio e Luca Guadagnino, dal giornalista Nick Vivarelli, dalle produttrici Francesca Cima, Tilde Corsi e Martha Capello, dal distributore Valerio De Paolis, dalla presidente degli esportatori Paola Corvino e dal direttore generale per il cinema Nicola Borrelli. «Terraferma» è stato scelto tra altri sette candidati, tutti autoproposti in selezione: «Corpo celeste» di Alice Rohrwacher, «Habemus Papam» di Moretti, «Nessuno mi può giudicare» di Massimiliano Bruno, «Noi credevamo» di Martone, «Notizie degli scavi» di Emidio Greco, «Tatanka» di Giuseppe Gagliardi e «Vallanzasca – Gli angeli del male» di Michele Placido. Crialese comincia ora il lungo percorso a ostacoli che si auspica gli permetta di superare lo scoglio della prima scrematura tra i 70/80 candidati tra i film di lingua non inglese, per arrivare auspicabilmente alla cinquina delle nomination, che saranno rese note il 24 gennaio 2012 aprendo così la strada alla notte degli Oscar del 26 febbraio. Nella cinquina, va ricordato, l’Italia non riesce più ad entrare dal 2006, quando «La bestia nel cuore» di Cristina Comencini portò per l’ultima volta un nostro film ifin sulla soglia del premio più ambito. «Sono ossessionato dal tema del movimento dell’uomo sul nostro pianeta», spiega Crialese, «perché spostarsi vuol dire conoscere ed evolversi e non riesco ad accettare l’idea che a una parte della popolazione del mondo possa essere inibita l’opportunità di spostarsi e crescere». «Il tema del mio film – conclude il regista – è perfettamente comprensibile anche negli Stati Uniti, e non sono preoccupato degli incontri cui dovrò sottopormi perché quando sono in America mi sento come a casa». I produttori, forti dei buoni risultati ottenuti ai tempi della promozione di «La bestia nel cuore», stanno già programmando una campagna mirata cui, per scaramanzia, nessuno di loro aveva osato pensare fino a ieri. «”Terraferma” è un film che sa parlare anche a un pubblico internazionale, come ha dimostrato l’importante riconoscimento che la giuria di Venezia gli ha voluto assegnare», chiosa Paolo Del Brocco, Amministratore Delegato di Rai Cinema, mentre Crialese inizia a rispondere ai messaggi di congratulazioni che gli piovono sul telefonino.

28/09/2011 MESSAGGERO
Oscar, l’Italia sceglie Terraferma per la corsa al miglior film straniero
ROMA – Sarà Terraferma di Emanuele Crialese il candidato italiano all’Oscar per il miglior film  straniero. La designazione è stata fatta oggi oggi dalla Commissione istituita presso l’ANICA. In  corsa con Terraferma per entrare nella cinquina del miglior film non in lingua inglese, c’erano  altri sette film: Corpo celeste di Alice Rohrwacher, Habemus Papam di Nanni Moretti, Nessuno mi  può giudicare di Massimiliano Bruno, Noi credevamo di Mario Martone, Notizie dagli scavi di  Emidio Greco, Tatanka di Giuseppe Gagliardi e Vallanzasca di Michele Placido. La commissione quest’anno era composta da Nicola Borrelli (Direttore Generale Cinema), Marco  Bellocchio (regista), Martha Capello (presidente AGPC, Associazione Giovani Produttori  Cinematografici), Francesca Cima (produttrice), Tilde Corsi (produttrice), Paola Corvino  (presidente UNEFA, Union of Film and Audiovisual Exporters), Valerio De Paolis (distributore),  Luca Guadagnino (regista) e Niccolò Vivarelli (giornalista). L’anno scorso era stato candidato  per l’Italia, La prima cosa bella di Paolo Virzì.

29/09/2011 Il Messaggero – Ed. Nazionale Pag. 33
CINEMA Scelto il titolo italiano candidato alla cinquina, ha battuto anche i film di Martone e di Moretti «Terraferma» tenta la corsa all’Oscar Crialese: punto al cuore degli americani
Nomination il 24 gennaio, il regista: «Ci sono già passato, sarà dura» Nella gara per la designazione «Corpo celeste» è stato il vero rivale ROMA – L’Italia degli immigrati sbarca all’Oscar, la Sicilia terra promessa dei clandestini intraprende il suo cammino verso Hollywood. E’ «Terraferma» di Emanuele Crialese, premio speciale della giuria a Venezia, il film che rappresenterà il nostro cinema nella corsa al premio più prestigioso dell’anno. La commissione isitituita dall’Anica per scegliere il candidato nazionale ha preferito «Terraferma» a titoli apparentemente molto forti come «Noi credevamo» di Martone e «Habemus papam» di Moretti. Dotato di una forte identità locale ma intessuto di valori universali come la solidarietà, il dolore, il riscatto, il film di Crialese è apparso il più adatto a conquistare gli imperscrutabili giurati dell’Academy. E alla prima votazione utile, si è imposto con sei voti a tre trovandosi come rivale non già i due maestri bensì un outsider come «Corpo celeste», l’opera prima di Alice Rohrwacher, tra gli otto che aspiravano alla designazione. Nomination il 24 gennaio, consegna delle statuette il 26 febbraio a Los Angeles. «Sono felicissimo e confuso, non mi aspettavo la candidatura anche se ci speravo», dice Crialese a caldo. «Porterò Terraferma agli americani che sono molto sensibili alle storie in cui ci sono relazioni e conflitti umani». Già nel 2006 il regista romano era stato scelto per rappresentare l’Italia all’Oscar ma con «Nuovomondo» (un’altra vicenda di immigrazione, ambientata all’inizio del Novecento) non era entrato in finale. Per trovare un italiano nella notte delle stelle bisogna tornare all’anno prima, quando la nomination toccò a «La bestia nel cuore» di Cristina Comencini (mentre l’ultimo Oscar tricolore rimane «La vita è bella», 1998). Nel 2005 il produttore era lo stesso, Riccardo Tozzi di Cattleya (in associazione con RaiCinema) che per «Terraferma» ha già in mente la strategia. Perché un film sia votato, deve essere visto dai giurati dell’Academy. Impresa tutt’altro che facile, con le nuove regole che vietano la distribuzione di dvd e la partecipazione degli stessi giurati a feste ed eventi promozionali. «Non ci resta che portare Terraferma a tutti i festival e le rassegne della California. Con La Bestia del cuore questo sistema ha funzionato, speriamo che ci porti in finale anche questa volta», dice il produttore. Crialese sa che, nella corsa all’Oscar per il miglior film straniero, non sarà una passeggiata spuntarla su rivali forti come Wenders o Kaurismaki, o la francese Valérie Donzelli con il film-caso «La guerre est déclarée». «La strada verso la finale è impervia e costellata di ostacoli», dice il regista. Commenti? Lo sconfitto Mario Martone dice: «Sono felicissimo per Crialese, il suo film farà molta strada. Non a caso come giurato l’ho premiato a Venezia». Tanto di cappello alla signorilità.

29/09/2011 Messaggero Veneto – Ed. Nazionale Pag. 53
Crialese corre per gli Oscar: punto al cuore degli States
“Terraferma” film candidato per l’Italia. L’Academy deciderà il 24 gennaio Dopo “Nuovomondo” è la seconda occasione per il regista premiato a Venezia –
È felice, un po’ malato dopo una notte insonne (ieri mattina prima della notizia era andato in farmacia per comprarsi dei medicinali per l’influenza) e si sente anche un po’ nomade, un migrante proprio come quelli raccontati in Terraferma e in Nuovomondo. Emanuele Crialese, candidato agli oscar per l’Italia per il miglior film proprio per Terraferma – lo ha stabilito la commissione di elezione istituita dall’Anica -, è soprattutto confuso dopo tante telefonate ricevute e ha fatto arrabbiare la mamma che ha appreso la notizia dai Tg. Comunque, ci tiene a dire in un incontro ristretto con la stampa, «questo non è il miglior film tra gli otto candidati, ma quello che la commissione ha ritenuto più adatto per il pubblico Usa». La concorrenza con gli altri candidati italiani tra cui Martone e Moretti? «Non parlerei di concorrenza, ma di una bella squadra composta da colleghi stimatissimi, insomma non mi sono mai sentito davvero in gara con loro. C’erano film davvero belli, penso per esempio a quello di Mario Martone». Il film, prodotto da Cattleya e Rai Cinema in collaborazione con Sensi Cinema-Regione Sicilia, potrebbe correre per la cinquina per il miglior film straniero: lo si saprà solo il 24 gennaio. Terraferma, fresco Premio della Giuria a Venezia, ha – secondo il regista che ha studiato negli Usa – molte cose che potrebbero piacere agli americani: «Sono sono molto sensibili a tutte le storie in cui ci sono relazioni e conflitti umani». Già candidato all’Oscar per l’Italia nel 2006 con Nuovomondo, un altro film sull’immigrazione (verso l’America a inizi Novecento), il regista dice: «In realtà sono entrambi film sul viaggio, sul movimento. Nuovomondo era un po’ un viaggio sulla Luna…, di chi arrivava in America, Terraferma è più attuale. È vero sono sempre stato affascinato dal viaggio di popoli e anch’io mi sento un emigrante, in viaggio, in movimento». Riconosce infine che anche il suo primo film, Respiro, era un lavoro sull’emigrazione:«E così è come se avessi oggi concluso una trilogia e mi ritrovassi aperto al nuovo». Teme invece che potrebbe non piacere agli americani: «Il fatto che in Terraferma ho lavorato per sottrazione e gli americani, come si sa, amano le spiegazioni e non gli piacciono dei vuoti nella sceneggiatura come anche i finali aperti». Sul risultato non troppo favorevole in sala di Terraferma, si giustifica Crialese: «È uscito nella prima settimana di settembre in un momento non troppo favorevole, ma lentamente il risultato sta crescendo: chi va a vederlo, insomma, invita altri a farlo. Per me già i risultati di oggi sono inaspettati, il tema dell’immigrazione e un argomento di cui la gente ne ha abbastanza». Ora per il film arriva il difficile, ovvero la promozione negli Usa ai membri dell’Academy che ne hanno il diritto e che possono vedere il film solo in sala. Una cosa che richiede denaro e grande concentrazione, ma Crialese ha giustamente fiducia: «Gli americani amano il cinema italiano e la semplicità narrativa».   

 

29/09/2011 La Nuova Venezia – Ed. Nazionale Pag. 52
L’Italia con «Terraferma» scommette su Crialese Bocciato Nanni Moretti
Nessuna chance per l’ironia di «Habemus Papam» e «Noi credevamo» di Mario Martone VENEZIA. And the winner is: «Terraferma». Emanuele Crialese ce l’ha fatta: sarà il suo film, fresco di Gran Premio della Giuria al Festival di Venezia, a rappresentare l’Italia nella corsa agli oscar 2012. Una vittoria quasi scontata, ma che tuttavia è solo il primo passo di un lungo cammino. Quello che culminerà nell’annuncio (il prossimo 25 gennaio) dei cinque lungometraggi candidati all’Oscar per il miglior film straniero. Oggi, il successo di «Terraferma» è solo interno, per non dire fratricida: adesso il film di Crialese se la dovrà giocare con le altre pellicole internazionali, sperare di entrare nella ristretta cerchia dei nove film scelti dall’Academy, penultima scrematura prima della cinquina finale. Poi, il 26 febbraio, il verdetto. «Sono felicissimo – ha commentato a caldo Crialese – Una bella responsabilità; sono veramente onorato e sorpreso che abbiano scelto il mio film». «Terraferma» ha battuto la concorrenza, tra gli altri, di «Habemus Papam» di Nanni Moretti e «Noi credevamo» di Mario Martone. «Non parlerei di concorrenza, ma di una bella squadra composta da colleghi stimatissimi: insomma, non mi sono mai sentito davvero in gara con loro. Sono tutti film bellissimi». La commissione di selezione per il film italiano da candidare all’Oscar quest’anno era composta dai registi Marco Bellocchio e Luca Guadagnino, il giornalista Nick Vivarelli, le produttrici Francesca Cima, Tilde Corsi e Martha Capello, il distributore Valerio De Paolis, la presidente degli esportatori Paola Corvino e il direttore generale per il Cinema Nicola Borrelli. La polemica sembra già dietro l’angolo: il presidente dell’Anica, cui è affidato il compito di istituire la commissione, è Riccardo Tozzi, ovvero uno dei produttori di «Terraferma». Altrove, in Russia, un analogo (ma ben più grave) conflitto di interessi ha portato a risultati sconvolgenti: anziché il «Faust», Leone d’Oro a Venezia, la commissione selezionatrice ha scelto il film flop di Nikita Mikhalkov che – curiosa coincidenza – sedeva in giuria. Stavolta, però, la nomination di «Terraferma» sembra la migliore possibile, al di là delle probabili polemiche legate al ruolo di Tozzi. In primo luogo il film di Crialese è quello maggiormente esportabile perché, come ha dichiarato lo stesso regista, è una pellicola che parla al mondo. «E’ un film sulla solidarietà, sull’apertura verso l’altro, con una sua umanità. Ed è portatore di un messaggio universale, riconoscibile da tutti, al di là delle lingue, delle culture e delle nazionalità». La riflessione di Crialese non fa una piega. Anzi, in America, terra di immigrazione per eccellenza, il tema dell’incontro tra culture diverse potrebbe entrare davvero nei cuori dei membri dell’Academy. Che, al contrario, potrebbero non capire l’ironia di stampo morettiano, pur se declinata su altra vicenda ecumenica (l’elezione del Papa), né apprezzare fino in fondo la saga risorgimentale di Martone: troppo lunga e troppo italiana. Ecco allora che il trionfo di «Terraferma», che non è né il più bel film di Crialese, né il più bel film in assoluto della stagione, è tutto sommato frutto di un calcolo ragionato, per molti aspetti condivisibile. Di certo una scelta più ponderata rispetto a quelle degli anni precedenti che hanno finito per candidare all’Oscar film troppo provinciali («La prima cosa bella» di Virzì nel 2011) o troppo epici («Baaria» di Tornatore nel 2010) o ancora troppo “di genere” («La sconosciuta» sempre di Tornatore). E infatti non è un caso che l’Italia non arrivi alla cinquina dal 2006 quando «La bestia nel cuore» di Cristina Comencini (film discutibile ma, per l’appunto, universale nel trattare il tema della violenza sui bambini) conquistò un posto in Paradiso, pur non vincendo la statuetta. Per quella dobbiamo risalire al 1999, quando una raggiante Sofia Loren incoronava Benigni re di Hollywood: il suo «Roberto!» è il nostro ultimo ricordo da Oscar.

28/09/2011 Panorama.it Sito Web
Terraferma candidato Italia a Oscar
(ANSA) – ROMA, 28 SET – ‘Terraferma’ di Emanuele Crialese e’ il candidato italiano agli Oscar per il miglior film in lingua non in inglese. E’ quanto ha stabilito oggi la Commissione di selezione istituita all’Anica. In corsa c’erano altri sette film: Corpo celeste di Alice Rohrwacher, Habemus Papam’ di Nanni Moretti, Nessuno mi puo’ giudicare di Massimiliano Bruno, Noi credevamo di Mario Martone, Notizie dagli schiavi di Emidio Greco, Tatanka di Giuseppe Gagliardi e Vallanzasca di Michele Placido.   

29/09/2011 Il Piccolo di Trieste – Ed. Nazionale Pag. 53
“Terraferma” candidato italiano agli Oscar
Il film di Emanuele Crialese sull’emergenza immigrazione aveva commosso Venezia, vincendo il Premio della Giuria – L’EMOZIONE DEL REGISTA Felicissimo e onoratissimo, anche se non posso dire che me l’aspettavo, ma solo che lo speravo. Anche il film di Mario Martone meritava di Laura Strano wROMA «Felicissimo e onoratissimo anche se non posso dire che me l’aspettavo, ma solo che lo speravo». Così un emozionato e frastornato Emanuele Crialese parla della sua candidatura per l’Italia alla cinquina degli Oscar con “Terraferma”, il film che racconta l’emergenza immigrazione e agli inizi di settembre aveva commosso Venezia, vincendo il premio speciale della Giuria alla Mostra del Cinema. Se entrerà in lizza lo si saprà solo il 24 gennaio, quando i candidati da tutto il mondo passeranno al vaglio dell’Academy. La cerimonia degli Oscar è prevista il 26 febbraio a Los Angeles. La concorrenza con gli altri candidati italiani tra cui Martone e Moretti? «Non parlerei di concorrenza – ha detto Crialese, 46 anni, romano di origini siciliane – bensì di una bella squadra composta da colleghi stimatissimi, insomma non mi sono mai sentito davvero in gara con loro. C’erano film davvero belli, penso ad esempio a quello di Mario Martone». Il film, prodotto da Cattleya e Rai Cinema in collaborazione con Sensi Cinema-Regione Sicilia, secondo il regista – che ha studiato negli Usa – ha molte cose che potrebbero piacere agli americani: «Questi sono sono molto sensibili a tutte le storie in cui ci sono relazioni e conflitti umani, c’è in questo senso molta attenzione da parte di questo popolo». Crialese che è stato già candidato all’Oscar per l’Italia nel 2006 con “Nuovomondo”, un altro film sull’immigrazione, questa volta però verso l’America a inizi Novecento, dice raggiunto telefonicamente dall’Ansa: «”Terraferma” è un film principalmente sulla solidarietà». Ma poi riconosce anche la forza in questa sua opera dell’elemento immigrazione. «Già in “Nuovomondo” avevo parlato di immigrazione ed è un tema da loro molto sentito. Certo forse stenteranno a credere che ci possa essere un’accoglienza così come quella che si vede nel film calcolando che proprio “Nuovomondo” racconta dell’isola, Ellis Island, che loro avevano messo a disposizione per i migranti». Ma poi, solo dopo, Crialese riconosce come al confine con il Messico non c’è una realtà tanto diversa da quella italiana. Sempre negli Usa dice il regista di Respiro potrebbero apprezzare «le immagini dei turisti sculettanti che in vacanza ballano sulla barca, un’immagine metaforica che vuole ricordare quello che noi vediamo ogni sera in tv». Invece, forse non piacerà «questo film fatto da me in sottrazione, perchè gli americani, come si sa, amano le spiegazioni e non gli piacciono dei vuoti nella sceneggiatura come anche i finali aperti». In questo senso un film come “Terraferma” resta, sostiene Crialese, «una sfida, un modo di raccontare molto latino, più veloce, che, solo se apprezzato può ipnotizzare il pubblico». Comunque, conclude il regista, «quando mi metto dietro la macchina da presa amo raccontare con le immagini più che con le parole e quando penso ai film immagino sempre un pubblico mondiale». La candidatura di “Terraferma”, coprodotto dall’assessorato al Turismo della Regione siciliana e girato a Linosa, ha commentato il presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo, «rappresenterà l’Italia agli Oscar con il suo carico di commozione, con i suoi valori che sono un vero e proprio tributo allo spirito di accoglienza e di solidarietà dei siciliani». «Aver scelto “Terraferma” per rappresentare l’Italia alla più importante rassegna del cinema mondiale – ha aggiunto Lombardo – consentirà di accendere i riflettori su quello che accade nelle isole Pelagie, su cui grava l’intero peso dell’emergenza migrazioni che fa rotta verso l’Europa». La commissione di selezione per il film italiano da candidare all’Oscar istituita dall’Anica su invito della Academy of Motion Picture Arts and Sciences, riunita davanti a un notaio, era composta dai registi Marco Bellocchio e Luca Guadagnino, dal giornalista Nick Vivarelli, dalle produttrici Francesca Cima, Tilde Corsi e Martha Capello, dal distributore Valerio De Paolis, dalla presidente degli esportatori Paola Corvino e dal direttore generale per il Cinema Nicola Borrell.

29/09/2011 QN – Il Resto del Carlino – Ed. Nazionale Pag. 37
E se l’Oscar approdasse sulla “Terraferma”?
Il film di Crialese scelto per rappresentare l’Italia nella corsa alla statuetta Beatrice Bertuccioli ROMA E’ FELICE e un po’ frastornato. Il suo film, “Terraferma”, è stato scelto per rappresentare l’Italia agli Oscar nella categoria del migliore film straniero. «Non me l’aspettavo, ma ci speravo», dice Emanuele Crialese che già con “Nuovomondo” aveva concorso agli Oscar, senza però riuscire a entrare nella cinquina dei finalisti. Prodotto da Cattleya e RaiCinema, in collaborazione con Sensi Cinema-Regione Sicilia, è interpretato da Filippo Pucillo, Donatella Finocchiaro, Mimmo Cuticchio e Giuseppe Fiorello. “Terraferma” ha già vinto il Premio speciale della giuria alla Mostra di Venezia e il Premio Pasinetti. La scelta del film da proporre, è stata fatta ieri da una commissione istituita dall’Anica. Il 24 gennaio si saprà se “Terraferma” è entrato nella cinquina. Crialese, degli altri sette film, quale temeva di più? «Tutti, anche se non ho mai pensato agli altri come miei rivali. Ho sempre pensato a una bella squadra composta da colleghi stimatissimi. I film di Martone, “Noi credevamo”, su un periodo storico molto importante del nostro Paese, e quello di Moretti, “Habemus Papam”, sulla Chiesa, sono molto belli, e anche “Corpo celeste” di Alice Rohrwacher è un’opera prima meritevolissima. Non credo che sia stato dato un giudizio di merito. Il fatto che sia stato indicato “Terraferma” non vuol dire che sia il migliore degli otto». E quale criterio, secondo lei, è stato seguito? «Penso che sia stato scelto il film più fruibile negli Stati Uniti. Il tema dell’immigrazione, è il tema del secolo, molto sentito anche in America. E, forse, anche il fatto che nel mio film venga affrontato soprattutto attraverso figure femminili alla ricerca di una vita diversa, può renderlo più interessante per gli americani». Anche il suo precedente film, “Nuovomondo”, era sull’emigrazione. «Sono un po’ ossessionato dall’idea del movimento dell’uomo sul pianeta. Secondo me è il tema del secolo e può essere affrontato da vari punti di vista. “Nuovomondo” era l’epopea degli emigranti italiani, agli inizi del Novencento, che andavano in America come se affrontassero un viaggio verso la luna. A distanza di quattro anni, ho sentito la necessità di tornare a indagare quell’argomento, ma in una chiave di maggiore attualità. Comunque, considerando anche il mio primo film, “Respiro”, penso di avere concluso una trilogia». “Terraferma” finora al botteghino non è andato benissimo. «E’ uscito nella seconda settimana di settembre, quando la gente va ancora al mare. Sta crescendo lentamente, segno che chi va a vederlo, ne parla bene e manda altri a vederlo». E ora come si affronta il cammino verso gli Oscar? «E’ un percorso lungo, difficile e faticosissimo. Quasi un percorso a ostacoli perché bisogna riuscire a fare vedere il film a più membri possibile dell’Academy, ma è vietato organizzare apposite proiezioni. Bisogna inserirsi in festival e manifestazioni varie. Andrò negli Stati Uniti per promuovere il film, ma mi affiderò soprattutto a Cattleya che è molto esperta, avendo seguito “La bestia nel cuore” di Cristina Comencini, ultimo film italiano a essere entrato nella cinquina, nel 2006».

29/09/2011 QN – Il Giorno – Ed. Nazionale Pag. 37
E se l’Oscar approdasse sulla “Terraferma”?
Il film di Crialese scelto per rappresentare l’Italia nella corsa alla statuetta Beatrice Bertuccioli ROMA E’ FELICE e un po’ frastornato. Il suo film, “Terraferma”, è stato scelto per rappresentare l’Italia agli Oscar nella categoria del migliore film straniero. «Non me l’aspettavo, ma ci speravo», dice Emanuele Crialese che già con “Nuovomondo” aveva concorso agli Oscar, senza però riuscire a entrare nella cinquina dei finalisti. Prodotto da Cattleya e RaiCinema, in collaborazione con Sensi Cinema-Regione Sicilia, è interpretato da Filippo Pucillo, Donatella Finocchiaro, Mimmo Cuticchio e Giuseppe Fiorello. “Terraferma” ha già vinto il Premio speciale della giuria alla Mostra di Venezia e il Premio Pasinetti. La scelta del film da proporre, è stata fatta ieri da una commissione istituita dall’Anica. Il 24 gennaio si saprà se “Terraferma” è entrato nella cinquina. Crialese, degli altri sette film, quale temeva di più? «Tutti, anche se non ho mai pensato agli altri come miei rivali. Ho sempre pensato a una bella squadra composta da colleghi stimatissimi. I film di Martone, “Noi credevamo”, su un periodo storico molto importante del nostro Paese, e quello di Moretti, “Habemus Papam”, sulla Chiesa, sono molto belli, e anche “Corpo celeste” di Alice Rohrwacher è un’opera prima meritevolissima. Non credo che sia stato dato un giudizio di merito. Il fatto che sia stato indicato “Terraferma” non vuol dire che sia il migliore degli otto». E quale criterio, secondo lei, è stato seguito? «Penso che sia stato scelto il film più fruibile negli Stati Uniti. Il tema dell’immigrazione, è il tema del secolo, molto sentito anche in America. E, forse, anche il fatto che nel mio film venga affrontato soprattutto attraverso figure femminili alla ricerca di una vita diversa, può renderlo più interessante per gli americani». Anche il suo precedente film, “Nuovomondo”, era sull’emigrazione. «Sono un po’ ossessionato dall’idea del movimento dell’uomo sul pianeta. Secondo me è il tema del secolo e può essere affrontato da vari punti di vista. “Nuovomondo” era l’epopea degli emigranti italiani, agli inizi del Novencento, che andavano in America come se affrontassero un viaggio verso la luna. A distanza di quattro anni, ho sentito la necessità di tornare a indagare quell’argomento, ma in una chiave di maggiore attualità. Comunque, considerando anche il mio primo film, “Respiro”, penso di avere concluso una trilogia». “Terraferma” finora al botteghino non è andato benissimo. «E’ uscito nella seconda settimana di settembre, quando la gente va ancora al mare. Sta crescendo lentamente, segno che chi va a vederlo, ne parla bene e manda altri a vederlo». E ora come si affronta il cammino verso gli Oscar? «E’ un percorso lungo, difficile e faticosissimo. Quasi un percorso a ostacoli perché bisogna riuscire a fare vedere il film a più membri possibile dell’Academy, ma è vietato organizzare apposite proiezioni. Bisogna inserirsi in festival e manifestazioni varie. Andrò negli Stati Uniti per promuovere il film, ma mi affiderò soprattutto a Cattleya che è molto esperta, avendo seguito “La bestia nel cuore” di Cristina Comencini, ultimo film italiano a essere entrato nella cinquina, nel 2006».  
 

29/09/2011 QN – La Nazione – Ed. Nazionale Pag. 37
E se l’Oscar approdasse sulla “Terraferma”?
Il film di Crialese scelto per rappresentare l’Italia nella corsa alla statuetta Beatrice Bertuccioli ROMA E’ FELICE e un po’ frastornato. Il suo film, “Terraferma”, è stato scelto per rappresentare l’Italia agli Oscar nella categoria del migliore film straniero. «Non me l’aspettavo, ma ci speravo», dice Emanuele Crialese che già con “Nuovomondo” aveva concorso agli Oscar, senza però riuscire a entrare nella cinquina dei finalisti. Prodotto da Cattleya e RaiCinema, in collaborazione con Sensi Cinema-Regione Sicilia, è interpretato da Filippo Pucillo, Donatella Finocchiaro, Mimmo Cuticchio e Giuseppe Fiorello. “Terraferma” ha già vinto il Premio speciale della giuria alla Mostra di Venezia e il Premio Pasinetti. La scelta del film da proporre, è stata fatta ieri da una commissione istituita dall’Anica. Il 24 gennaio si saprà se “Terraferma” è entrato nella cinquina. Crialese, degli altri sette film, quale temeva di più? «Tutti, anche se non ho mai pensato agli altri come miei rivali. Ho sempre pensato a una bella squadra composta da colleghi stimatissimi. I film di Martone, “Noi credevamo”, su un periodo storico molto importante del nostro Paese, e quello di Moretti, “Habemus Papam”, sulla Chiesa, sono molto belli, e anche “Corpo celeste” di Alice Rohrwacher è un’opera prima meritevolissima. Non credo che sia stato dato un giudizio di merito. Il fatto che sia stato indicato “Terraferma” non vuol dire che sia il migliore degli otto». E quale criterio, secondo lei, è stato seguito? «Penso che sia stato scelto il film più fruibile negli Stati Uniti. Il tema dell’immigrazione, è il tema del secolo, molto sentito anche in America. E, forse, anche il fatto che nel mio film venga affrontato soprattutto attraverso figure femminili alla ricerca di una vita diversa, può renderlo più interessante per gli americani». Anche il suo precedente film, “Nuovomondo”, era sull’emigrazione. «Sono un po’ ossessionato dall’idea del movimento dell’uomo sul pianeta. Secondo me è il tema del secolo e può essere affrontato da vari punti di vista. “Nuovomondo” era l’epopea degli emigranti italiani, agli inizi del Novencento, che andavano in America come se affrontassero un viaggio verso la luna. A distanza di quattro anni, ho sentito la necessità di tornare a indagare quell’argomento, ma in una chiave di maggiore attualità. Comunque, considerando anche il mio primo film, “Respiro”, penso di avere concluso una trilogia». “Terraferma” finora al botteghino non è andato benissimo. «E’ uscito nella seconda settimana di settembre, quando la gente va ancora al mare. Sta crescendo lentamente, segno che chi va a vederlo, ne parla bene e manda altri a vederlo». E ora come si affronta il cammino verso gli Oscar? «E’ un percorso lungo, difficile e faticosissimo. Quasi un percorso a ostacoli perché bisogna riuscire a fare vedere il film a più membri possibile dell’Academy, ma è vietato organizzare apposite proiezioni. Bisogna inserirsi in festival e manifestazioni varie. Andrò negli Stati Uniti per promuovere il film, ma mi affiderò soprattutto a Cattleya che è molto esperta, avendo seguito “La bestia nel cuore” di Cristina Comencini, ultimo film italiano a essere entrato nella cinquina, nel 2006».

29/09/2011 Il Quotidiano di Calabria – Catanzaro Pag. 52
È “Terraferma” del regista siciliano il film candidato dal nostro Paese
Oscar, l’Italia sceglie Crialese
E’ felice,un po’malato dopo una notteinsonne (ieri mattina prima della notizia era andato in farmacia per comprarsi dei medicinali perl’influenza) e sisente anche un po’ nomade, un migrante proprio come quelli raccontati in “Terraferma”e in “Nuovomondo”. Emanuele Crialese, candidato per l’Italia per il miglior film proprio per “Terraferma”, è soprattutto confuso dopo tante telefonate ricevute e ha fatto arrabbiare la mammacheha dovutosaperelanotizia dai Tg. Comunque, ci tiene a dire in un incontro ristretto con la stampa, «questo non è il miglior film tra gliottocandidati, maquellochela commissioneha ritenutopiùadatto per il pubblico Usa». Laconcorrenzacon glialtricandidati italiani tra cui Martone e Moretti? «Non parlerei di concorrenza, ma di una bella squadra composta da colleghi stimatissimi, insomma non mi sono mai sentito davvero in gara con loro. C’erano film davvero belli, penso ad esempio a quello di Mario Martone». Il film, prodotto da Cattleya e Rai Cinemain collaborazioneconSensi Cinema -Regione Sicilia che potrebbe correre per la cinquina per il miglior film straniero (lo si saprà solo il 24 gennaio), ha secondo il regista che ha studiato negli Usa molte cose che potrebbero piacere agli americani: «Questi sono sono molto sensibili a tutte le storie in cui ci sono relazioni e conflitti umani, c’è in questo senso molta attenzione da parte di questo popolo». Crialese che è stato già candidato all’Oscar per l’Italia nel 2006 con “Nuovomondo”, un altro film sull’immigrazione, questa volta però verso l’America a inizi Novecento, dice: «In realtà sono entrambifilmsul viaggiosulmovimento. Nuovomondo era un po’ un viaggio sulla Luna di chi arrivava in america, questo invece è più attuale. È vero sono sempre stato affascinato dal viaggio di popoli e anche io mi sento un emigrante, in viaggio, in movimento». Già in “Nuovomondo” – continua il regista -«avevo parlato di immigrazioneed èun temamolto sentitodagli americani. Certo forse stenteranno a credere vedendo il mio film che cipossa essereun’accoglienza così come accade da noi». E riconosce infine che anche il suo primo film, “Respiro”, era un lavoro sull’emigrazione: «E’ così, è come se avessi oggi concluso una trilogia e membri dell’Academy che ne hanno il diritto e che però possono vedere il film solo in sala. Una cosa che richiede denaro e grande concentrazione, ma Crialese ha giustamente fiducia. “Terraferma” è stato scelto dalla Commissione istituita all’Anica che ha visionato anche altre 7 pellicole: “Corpo celeste” di Alice Rohrwacher, “Habemus Papam” di Nanni Moretti, “Nessuno mi può giudicare” di Massimiliano Bruno, “Noi credevamo” di Mario Martone, “Notizie degli scavi” di Emidio Greco, “Tatanka” di Giuseppe Gagliardi e “Vallanzasca – Gli angeli del male”di Michele Placido. Adesso Terraferma sarà presentato in vari eventi, piccoli e grandi, spiega Marco Chimens di Cattleya, con lo scopo di farlo vedere a più.
     

29/09/2011 Il Quotidiano della Basilicata Pag. 53
È “Terraferma” del regista siciliano il film candidato dal nostro Paese
Oscar, l’Italia sceglie Crialese
E’ felice,un po’malato dopo una notteinsonne (ieri mattina prima della notizia era andato in farmacia per comprarsi dei medicinali perl’influenza) e sisente anche un po’ nomade, un migrante proprio come quelli raccontati in “Terraferma”e in “Nuovomondo”. Emanuele Crialese, candidato per l’Italia per il miglior film proprio per “Terraferma”, è soprattutto confuso dopo tante telefonate ricevute e ha fatto arrabbiare la mammacheha dovutosaperelanotizia dai Tg. Comunque, ci tiene a dire in un incontro ristretto con la stampa, «questo non è il miglior film tra gliottocandidati, maquellochela commissioneha ritenutopiùadatto per il pubblico Usa». Laconcorrenzacon glialtricandidati italiani tra cui Martone e Moretti? «Non parlerei di concorrenza, ma di una bella squadra composta da colleghi stimatissimi, insomma non mi sono mai sentito davvero in gara con loro. C’erano film davvero belli, penso ad esempio a quello di Mario Martone». Il film, prodotto da Cattleya e Rai Cinemain collaborazioneconSensi Cinema -Regione Sicilia che potrebbe correre per la cinquina per il miglior film straniero (lo si saprà solo il 24 gennaio), ha secondo il regista che ha studiato negli Usa molte cose che potrebbero piacere agli americani: «Questi sono sono molto sensibili a tutte le storie in cui ci sono relazioni e conflitti umani, c’è in questo senso molta attenzione da parte di questo popolo». Crialese che è stato già candidato all’Oscar per l’Italia nel 2006 con “Nuovomondo”, un altro film sull’immigrazione, questa volta però verso l’America a inizi Novecento, dice: «In realtà sono entrambifilmsul viaggiosulmovimento. Nuovomondo era un po’ un viaggio sulla Luna di chi arrivava in america, questo invece è più attuale. È vero sono sempre stato affascinato dal viaggio di popoli e anche io mi sento un emigrante, in viaggio, in movimento». Già in “Nuovomondo” – continua il regista -«avevo parlato di immigrazioneed èun temamolto sentitodagli americani. Certo forse stenteranno a credere vedendo il mio film che cipossa essereun’accoglienza così come accade da noi». E riconosce infine che anche il suo primo film, “Respiro”, era un lavoro sull’emigrazione: «E’ così, è come se avessi oggi concluso una trilogia e miritrovassiaperto alnuovo».Teme invece che potrebbe non piacere agli americani «il fatto che in Terraferma ho lavorato per sottrazione e gli americani, come si sa, amano le spiegazioni e non gli piacciono dei vuoti nella sceneggiatura come anche i finali aperti». Sul risultato non troppo favorevole in sala di Terraferma, si giustifica Crialese: «E’ uscito nella prima settimana di settembre in un momento non troppo favorevole, ma lentamente il risultato sta crescendo: chi va a vederlo, insomma, invita altri a farlo. Per me già i risultati di oggi sono inaspettati, il tema dell’immi grazione e un argomento di cui la gente ne abbastanza». Ora per il film arriva il difficile, ovvero la promozione negli Usa ai membri dell’Academy che ne hanno il diritto e che però possono vedere il film solo in sala. Una cosa che richiede denaro e grande concentrazione, ma Crialese ha giustamente fiducia. “Terraferma” è stato scelto dalla Commissione istituita all’Anica che ha visionato anche altre 7 pellicole: “Corpo celeste” di Alice Rohrwacher, “Habemus Papam” di Nanni Moretti, “Nessuno mi può giudicare” di Massimiliano Bruno, “Noi credevamo” di Mario Martone, “Notizie degli scavi” di Emidio Greco, “Tatanka” di Giuseppe Gagliardi e “Vallanzasca – Gli angeli del male”di Michele Placido. Adesso Terraferma sarà presentato in vari eventi, piccoli e grandi, spiega Marco Chimens di Cattleya, con lo scopo di farlo vedere a più membri possibili della Academy. Le pellicole straniere che partecipano alla selezioneper la cinquina di miglior film in lingua non inglese sono circa 80.Prima del 24 gennaio, giorno in cui l’Academy Awards renderà nota la cinquina, ci sarà una grossa scrematura (arriveranno a una decina). La notte degli Oscar è fissata invece per il 26 febbraio a Los Angeles. Rai Cinema e Cattleya, coproduttori del film, si dichiarano «orgogliose». «”Terraferma” è un film che sa parlare anche a un pubblico internazionale – afferma Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema – e oltre alle qualità artistiche indispensabili per ambire ad entrare nella cinquina e, auspicabilmente, a concorrere all’Oscar, il film riesce con maestria a trattare temi delicati e universalicome quellidellamigrazione e dell’accoglienza». 

29/09/2011 La Repubblica – Ed. Nazionale Pag. 57
L’Italia propone “Terraferma” per l’Oscar al film straniero
Testa a testa in commissione tra Crialese e Rohrwacher La cinquina ufficiale sarà comunicata dall’Academy il 24 gennaio Il regista: “Il mio film forse non è il migliore, ma è il più adatto a quella competizione” ROMA Terraferma in viaggio verso l’Oscar. Il film di Emanuele Crialese è stato scelto per rappresentare l’Italia nella corsa al miglior film straniero. «La mia prima reazione all’annuncio? Una vampata di calore. Per l’emozione e perché avevo la febbre. Ho passato una notte insonne, con l’influenza. Tornavo dalla farmacia con le medicine, mi stavo per rimettere a letto. Ma la notizia mi ha guarito all’istante», scherza il regista, che era il favorito della rosa e che infatti, nei giorni scorsi aveva dichiarato «di sperarci molto». «E’ un grande onore per me, soprattutto perché in lizza c’erano Nanni Moretti, uno dei miei miti,e Mario Martone che ha fatto un film bello e importante. Meritevole anche l’opera prima di Alice Rohrwacher». A sorpresa rispetto alle previsioni della vigilia, il testa a testa è stato proprio tra Terraferma e Corpo Celeste, piccolo film che la debuttante regista di Fiesole ha presentato all’ultimo Festival di Cannes, alla Quinzaine. La decisione di ieri è stata presa dai membri della commissione dell’Anica (incaricata dall’Academy) in un’ora e mezza, durante la quale non sono mancate discussioni. Terraferma non è stato indicato all’unanimità, ma deciso da una maggioranza forte. «Non è stato scelto il film più bello ma quello che, si pensa, potrà essere compreso e amato dal pubblico americano, che è un pubblico particolare. Terraferma ha una semplicità narrativa e un fenomeno, quello dell’immigrazione, che tutti stiamo affrontando, Stati Uniti compresi». Crialese per il 2006 aveva rappresentato l’Italia all’Oscar con Nuovomondo. «Anche se non entrammo nella cinquina, l’esperienza fu meravigliosa. Martin Scorsese, che s’era innamorato del film volle presentare l’anteprima. Gli americani reagirono bene, anche perché la vicenda dei migranti italiani a Ellis Island raccontava un pezzo della loro storia». Il regista romano, 46 anni, ha un legame morto forte con gli Stati Uniti. «Ho vissuto molti anni a New York, ho girato lì il mio primo film». Once we were strangers raccontava l’amicizia tra un cuoco italiano e un cameriere indiano a New York. La loro difficoltà nel comunicare a parole e, invece, l’assoluta affinità umana. Anche allora c’era il desiderio di abbattere confini e nazionalità». Quello è stato il film più autobiografico, «fisicamente girato nel ristorante dove lavoravo. Ci sono immagini e pezzi della mia vita». Una vita che somiglia molto al sogno americano, anche questo potrebbe piacere all’Academy. «Gli Stati Uniti sono un paese in cui vige la meritocrazia. Non importa da dove vieni, di chi sei figlio o nipote o amico. Se hai voglia e spirito di sacrificio ce la fai, è una grande lezione che ho imparato». Dopo il premio speciale della giuria all’ultima Mostra di Venezia, Terraferma ha avuto buona accoglienza (e critiche miste) al Festival di Toronto. Meno soddisfazioni sono arrivate dal botteghino, meno di un milione di euro in tre settimane. Riccardo Tozzi di Cattleya, che con Rai Cinema ha prodotto il film, promette da domani «una campagna semplice e pratica. Come abbiamo fatto, con successo, per La bestia nel cuore. Ce la possiamo fare». La cinquina ufficiale sarà comunicata dall’Academy 24 gennaio, qualche giorno prima si conoscerà la prima rosa di nove film. «So che il cammino sarà lungo e tortuoso, i rituali dell’Academy sono quasi una scienza – dice Crialese – Ora voglio solo festeggiare con amici e parenti. Travolto dai media non sono riuscito a sentire nessuno. Mia madre mi ha mandato un messaggio di insulti: “Non mi dici niente? Lo devo scoprire dai telegiornali?”» I precedenti. LA PRIMA COSA BELLA Nel 2010 è stata candidata agli Oscar la tragicommedia del regista livornese Paolo Virzì con Stefania Sandrelli BAARÌA Giuseppe Tornatore e il suo film sulla sua terra natale, la Sicilia, furono scelti nel 2009, ma non entrarono nella cinquina finale GOMORRA Tratto dal libro di Roberto Saviano, il film di Matteo Garrone concorre come miglior film straniero nel 2008 LA SCONOSCIUTA Nel 2007.  

 

28/09/2011 Repubblica.it
Oscar: crialese, “film italiani tutti belli”
Nessuna competizione, nessun giudizio di film migliore degli altri. Tutte le pellicole erano notevoli. Forse ‘Terraferma’ e’ stato scelto perche’ piu’ adatto al pubblico americano. Emanuele Crialese azzarda cosi’ il motivo per cui il suo lavoro e’ stato preferito agli altri dalla Commissione di selezione dell’ Anica per concorrere alla cinquina dell’Oscar per il miglior film straniero. . Nessuna competizione, nessun giudizio di film migliore degli altri. Tutte le pellicole erano notevoli. Forse ‘Terraferma’ e’ stato scelto perche’ piu’ adatto al pubblico americano. Emanuele Crialese azzarda cosi’ il motivo per cui il suo lavoro e’ stato preferito agli altri dalla Commissione di selezione dell’Anica per concorrere alla cinquina dell’Oscar per il miglior film straniero.  

29/09/2011 Il Riformista – Ed. Nazionale Pag. 14
In corsa per l’Oscar Crialese insidiato da “Corpo celeste”
GARA. Uscito dal Lido brandendo il Premio speciale della giuria, “Terraferma” riceve l’ok della commissione senza troppa sorpresa. E se l’è dovuta giocare con il film outsider di Alice Rohrwacher. MICHELE ANSELMI Non proprio una sorpresa. Terraferma di Emanuele Crialese è stato designato dall’Italia nella corsa all’Oscar. Adesso bisogna entrare nella cinquina (pre-allargata a 8 o 10 titoli) per il miglior film straniero, e non sarà facile. Ancor prima che Crialese uscisse dalla Mostra veneziana brandendo il generoso Premio speciale della giuria attribuito dal presidente Darren Aronofsky, si sapeva comunque che Terraferma avrebbe ricevuto l’ok della commissione riunitasi ieri mattina presso l’Anica. Il film sta zoppicando al botteghino, non ha ancora superato il milione di euro, ma alla fine potrebbe rivelarsi il cavallo giusto sul quale puntare. Del resto, è dal 2006, l’anno in cui La bestia nel cuore di Cristina Comencini entrò nell’ambita cinquina, purtroppo senza vincere la statuetta, che non gareggiamo sul serio. Anche in quel caso produceva Cattleya con Raicinema, e non ci sono dubbi che Riccardo Tozzi, presidente dell’Anica nonché neoconsigliere di Cinecittà-Luce, saprà ben promuovere Terraferma a Los Angeles. «Come mi sento? Felicissimo e onoratissimo, anche se non posso dire che me l’aspettassi, ma solo che lo speravo» il primo commento di Crialese. Fingiamo di credergli. «Non parlerei di concorrenza, ma di una bella squadra composta da colleghi stimatissimi, insomma non mi sono mai sentito davvero in gara con loro» aggiunge. Proprio lunedì sera aveva ricevuto il Premio Francesco Pasinetti, così motivato dal Sindacato giornalisti cinematografici: «Tra cronaca autentica e racconto epico, tra realismo e poesia, Terraferma mette a fuoco, con splendide immagini e un cast eterogeneo di particolare forza espressiva, un capitolo di quotidianità che è già Storia dei nostri tempi, andando oltre la terra degli sbarchi, con un messaggio universale di solidarietà». All’Academy Awards converranno? La notizia vera, semmai, è un’altra. Crialese non ha dovuto giocarsela con Nanni Moretti e Mario Martone, come tutti, alla vigilia, ritenevano. Un outsider si è imposto a sorpresa, conquistando 3 voti nella conta finale: Corpo celeste di Alice Rohrwacher, sorella di Alba, piccolo film indipendente sui temi della religiosità assai apprezzato dalla critica. Così erano andati i due scrutini precedenti: nel primo, che prevede tre preferenze per giurato, 8 voti a Corpo celeste , 7 a Terraferma , 5 ad Habemus Papam , 4 a Noi credevamo , 1 a testa a Tatanka , Notizie degli scavi e Nessuno mi può giudicare , 0 a Vallanzasca Gli angeli del male ; nel secondo, 5 a Terraferma , 3 a Corpo celeste , 1 a Noi credevamo . Si deduce che Habemus Papam non è mai stato davvero in lizza, e un po’ dispiace perché la commedia sul pontefice che si sente inadeguato al cimento, buffa e malinconica insieme, aveva carte da giocare nella partita per l’Oscar, anche più del rigoroso affresco risorgimentale, in chiave pessimista-meridionalista, di Martone. Invece è stato l’aspro e toccante Corpo celeste a imporsi sugli altri, e chissà che i nove esperti scelti dall’Anica, pur laureando Terraferma , non abbiamo voluto spedire un segnale. Per la cronaca, la commissione era formata dai registi Luca Guadagnino e Marco Bellocchio, dalle produttrici Francesca Cima, Tilde Corsi e Martha Capello, dal distributore Valerio De Paolis, dalla presidente degli esportatori Paola Corvino, dal critico di Variety Nick Vivarelli e dal Direttore generale per il cinema Nicola Borrelli. Decisione in ogni caso rapida. Niente audizioni di registi e produttori, come era consuetudine. Alle 10.30 i nove si sono riuniti, alle 12 tutto fatto. Per sapere se Terraferma entrerà nel ristretto gruppo di fortunati bisogna attendere il 24 gennaio 2012, quando l’Academy annuncerà le candidature. Un mese dopo, il 26 febbraio, animata da Eddie Murphy, la cerimonia al Kodak Theatre per la 84ª edizione degli Oscar. E chissà che il nostro Paolo Sorrentino non gareggi nelle categorie principali col suo This Must Be the Place interpretato da Sean Penn: proprio qualche giorno fa i fratelli Weinstein hanno annunciato di averlo acquistato per gli Usa, da noi esce il 14 ottobre targato Medusa. Sarà la volta buona? Tutti se lo augurano. Con l’eccezione sopra citata di La bestia nel cuore , è dai tempi di La vita è bella di Roberto Benigni che l’Italia non si affaccia organicamente alla festa planetaria del cinema. La statuetta per il miglior film straniero sarà pure una portata minore nel gran banchetto degli Oscar, tuttavia brucia la ripetuta esclusione. Nel 2010 toccò a La prima cosa bella di Paolo Virzì, nel 2009 a Baarìa di Giuseppe Tornatore, nel 2008 a Gomorra di Matteo Garrone, per dirne alcuni. Nella lunga lista figura anche Nuovomondo di Crialese: la seconda volta, magari, andrà meglio.

29/09/2011 Il Roma Pag. 13
CINEMA. LA PELLICOLA DIRETTA DA EMANUELE CRIALESE È LA CANDIDATA A RAPPRESENTARE L’ITALIA A LOS ANGELES
Oscar, è “Terraferma” il film candidato
“Terraferma” di Emanuele Crialese è il candidato italiano agli Oscar per il miglior film in lingua non in inglese. È quanto ha stabilito la Commissione di selezione istituita all’Anica. In corsa con “Terraferma” di Emanuele Crialese per la cinquina del miglior film non in lingua inglese, c’erano altri sette film: “Corpo celeste” di Alice Rohrwacher, “Habemus Papam” di Nanni Moretti, “Nessuno mi può giudicare” di Massimiliano Bruno, “Noi credevamo” di Mario Martone, “Notizie dagli scavi” di Emidio Greco, “Tatanka” di Giuseppe Gagliardi e “Vallanzasca” di Michele Placido. La commissione quest’anno era composta da Nicola Borrelli (Direttore Generale Cinema), Marco Bellocchio (regista), Martha Capello (presidente Agpc, Associazione Giovani Produttori Cinematografici), Francesca Cima (produttrice), Tilde Corsi (produttrice), Paola Corvino (presidente Unefa, Union of Film and Audiovisual Exporters), Valerio De Paolis (distributore), Luca Guadagnino (regista) e Niccolò Vivarelli (giornalista). L’anno scorso era stato candidato per l’Italia, “La prima cosa bella” di Paolo Virzì. «Felicissimo e onoratissimo anche se non posso dire che me l’aspettavo, ma solo che lo speravo». Così un emozionato e frastornato Emanuele Crialese parla della sua candidatura per l’Italia alla cinquina degli Oscar (se entrerà in lizza lo si saprà solo il 24 gennaio). La concorrenza con gli altri candidati italiani non c’è stata: «Non parlerei di concorrenza, ma di una bella squadra composta da colleghi stimatissimi, insomma non mi sono mai sentito davvero in gara con loro». Il film, prodotto da Cattleya e Rai Cinema in collaborazione con Sensi Cinema – Regione Sicilia, ha secondo il regista che ha studiato negli Usa molte cose che potrebbero piacere agli americani: «questi sono sono molto sensibili a tutte le storie in cui ci sono relazioni e conflitti umani, c’è in questo senso molta sensibilità da parte loro verso queste storie in evoluzione». «Il film “Terraferma” di Emanuele Crialese rappresenterà l’Italia agli Oscar con il suo carico di commozione, con i suoi valori che sono un vero e proprio tributo allo spirito di accoglienza e di solidarietà dei siciliani». Lo dice il presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo, per commentare la decisione della commissione dell’Anica che ha scelto il film, coprodotto dall’assessorato al Turismo della Regione siciliana, girato a Linosa e dedicato al tema della migrazione e dell’accoglienza, quale rappresentante italiano agli Oscar 2012. «Aver scelto “Terraferma” per rappresentare l’Italia alla più importante rassegna del cinema mondiale – continua Lombardo – consentirà di accendere i riflettori su quello che accade nelle isole Pelagie, su cui grava l’intero peso dell’emergenza migrazioni che fa rotta verso l’Europa». «Quella di partecipare alla produzione di “Terraferma” per la Regione siciliana è una scommessa vinta – commenta l’assessore regionale al Turismo, Daniele Tranchida – e il fatto che sarà proprio questo film a rappresentare l’Italia all’Oscar per noi ne è una conferma».    

29/09/2011 Sardegna24 Pag. 39
Crialese in corsa per gli Oscar
Dopo aver ottenuto il Premio della Giuria a Venezia, Emanuele Crialese va alla conquista dell ‘America. Il suo fi lm, ” Terraferma”, è stato scelto come candidato italiano nella corsa per l ‘Oscar. La pellicola parteciperà alla selezione per il miglior fi lm straniero. ” Terraferma” è stato scelto da una commissione di esperti, istituita presso l’Anica (Associazione Nazionale Industrie Cinematografi che Audiovisive e Multimediali). Crialese ha sbaragliato la concorrenza di altri sette fi lm, tutti quotatissimi: “Corpo celeste” di Alice Rohrwacher, “Habemus Papam” di Nanni More tti, “Nessuno di p u ò g i u d i c a r e ” d i Ma s s i m i l i a n o B r u no, “Noi credevamo” di Mario Martone, ” N o t i z i e d e g l i s c av i ” d i E m i d i o G r e co, ” Tatanka” di Giuseppe Gagliardi e “Vallanzasca – Gli angeli del male” di Michele Placido. Il 25 gennaio l ‘Academy sceglierà la cinquina per il miglior fi lm straniero mentre la cerimonia di premiazione, l ‘attesissima Notte degli Oscar, è prevista il 26 febbraio al Teatro Kodak di Los Angeles. Per Crialese questo è un anno magico. Il suo lavoro è stato apprezzato ad ogni festival dove è stato presentato, compreso quello prestigiosissimo di Toronto. «Non sto più nella pelle, sono davvero sorpreso – è stato il commento a caldo del regista -. Scaramanticamente non avevo fatto programmi. E così continueremo con gli appuntamenti già fi ssati ai festival internazionali. Solo fra qualche settimana inizieremo a concentrarci sullo sbarco del fi lm negli States». Crialese ha ammesso di sperare in questa candidatura, data per probabile alla vigilia ma non certa vista la forza dei concorrenti, Moretti su tutti. «Non me lo aspettavo – ha detto – lo speravo, questo sì. Concorrevo con grandi fi lm, quello di Martone ad esempio o quello di Moretti. Insomma ero in ottima compagnia. Sono molto contento – ha continuato – anche perché ” Terraferma”, rispetto agli altri miei fi lm ha una certa semplicità, è essenziale». Nonostante fosse frastornato, dopo una notte trascorsa in modo agitato per via dell’ in uenza, Crialese ha partecipato a un mini incontro con la stampa, in tarda mattinata. Davanti ai microfoni il regista ha ammesso di non aver avuto nemmeno il tempo di parlare con amici e familiari. «Sono andato in farmacia per comprare dei medicinali e tornare subito a le tto – ha raccontato – e poi mi è arrivata la comunicazione. I miei amici e familiari tentavano disperatamente di prendere la linea. Mia madre mi ha mandato un messaggio di insulti: ‘Ma non mi dici niente? D e v o a p p r e n d e r l o d a i t e l e g i o r n a l i ? » . Tutto è arrivato così all’ improvviso. Sugli avversari nessun giudizio di merito. Nessuna competizione. Tutte le pellicole erano notevoli. «Forse ” Terraferma” è stato scelto perché più adatto al pubblico americano – ha azzardato Crialese -. Gli altri fi lm erano tutti molto belli: quello di Nanni Moretti sulla chiesa, quello di Mario Mar tone su un periodo storico del nostro Paese molto impor tante. Ho apprezzato tantissimo anche l’opera prima di Alice Ror wacher, pellicola notevolissima. Ci tengo però a sottolineare che il mio non è il migliore degli otto candidati».

 

29/09/2011 La Sicilia – Agrigento Pag. 41
«Terraferma» di Crialese candidato all’Oscar
La pellicola è stata girata interamente sull’isola di Linosa
«Terraferma», il film girato interamente a Linosa e proposto all’ultimo Festival del cinema di Venezia, diretto da Emanuele Crialese è il candidato italiano agli Oscar per il miglior film in lingua non in inglese. E’ quanto ha stabilito la Commissione di selezione istituita all’Anica. L’Academy valuterà se il film potrà essere inserito nella cinquina del «Miglior Film Straniero». La cerimonia di premiazione è prevista il 26 febbraio 2012 a Los Angeles. Il film di Crialese ha ricevuto il premio della Giuria proprio nella cittadina lagunare. Negli ultimi anni la corsa all’Oscar come miglior film straniero per l’Italia si è rivelata un vero tabù. Dopo la vittoria di Roberto Benigni con «La vita è bella» nel 1994, molto spesso i prescelti dall’Anica non sono nemmeno riusciti ad arrivare alla cinquina della serata finale. In gara con «Terraferma» c’erano «Corpo celeste» di Alice Rohrwacher, «Habemus Papam» di Nanni Moretti, «Nessuno mi può giudicare» di Massimiliano Bruno, «Noi credevamo» di Mario Martone, «Notizie degli scavi» di Emidio Greco, «Tatanka» di Giuseppe Gagliardi e «Vallanzasca – Gli angeli del male» di Michele Placido. Felicissimo naturalmente Crialese: «Agli americani potrebbe davvero piacere questa storia di relazioni umane. Sono onoratissimo anche se non posso dire che me l’aspettavo, ma solo che lo speravo». La concorrenza con gli altri candidati italiani non c’è stata: «Non parlerei di concorrenza, ma di una bella squadra composta da colleghi stimatissimi, insomma non mi sono mai sentito davvero in gara con loro».

28/09/2011 SKYTG24
Oscar, sarà Terraferma a rappresentare l’Italia
La commissione dell’ANICA ha scelto il film di Emanuele Crialese come candidato agli Academy Awards. In lizza c’erano anche Habemus Papam di Nanni Moretti e Noi credevamo di Mario Martone. Sarà Terraferma di Emanuele Crialese il film italiano che l’Italia candiderà all’Oscar come  miglior film straniero. Secondo il regolamento degli Academy Award, infatti, ogni paese deve proporre un titolo ai  selezionatori del premio. Tra tutti questi verranno poi scelti i cinque che parteciperanno alla  serata finale il prossimo 26 febbraio.
Il film di Crialese, premiato recentemente a Venezia con il Gran premio della Giuria, ha battuto  gli altri otto titoli che erano in lizza, tra i quali Habemus Papam di Nanni Moretti, Noi  credevamo di Mario Martone, Notizie degli Scavi di Emidio Greco, Tatanka di Giuseppe Gagliardi,  Corpo Celeste di Alice Rohrwacher, Nessuno mi può giudicare di Massimiliano Bruno  e  Vallanzasca-Gli angeli del male di Michele Placido.
Terraferma affronta, in modo poetico e allegorico, il tema degli sbarchi di immigrati a Lampedusa  e chiude, dopo Respiro e Nuovomondo, la trilogia del regista romano sul tema del mare. La commissione era composta dai registi Marco Bellocchio e Luca Guadagnino, dal giornalista Nick  Vivarelli, dalle produttrici Francesca Cima, Tilde Corsi e Martha Capello, dal  distributore  Valerio De Paolis, dalla presidente degli esportatori Paola Corvino e dal Direttore Generale per  il Cinema, Nicola Borrelli.

28/09/2011 Il Sole 24 Ore Online Sito Web
«Terraferma» di Crialese è il film candidato italiano agli Oscar
Dopo aver ricevuto il Leone Speciale della Giuria e il premio Pasinetti al Festival di Venezia altro riconoscimento per l’opera sull’immigrazione del regista di «Nuovomondo»… Questo articolo è stato pubblicato il 28 settembre 2011 alle ore 12:23. «Terraferma» del regista Emanuele Crialese è il candidato italiano all’Oscar per il miglior film straniero, designato oggi dalla Commissione istituita presso l’Anica. La pellicola presentata alla Mostra di Venezia, dove ha vinto il Leone Speciale della Giuria e il premio Pasinetti, è in lizza per entrare nella cinquina per il miglior film in lingua non inglese. La decisione è stata presa dalla Commissione di selezione istituita presso l’Anica su incarico dell’Academy Award. In gara con «Terraferma» c’erano «Corpo celeste» di Alice Rohrwacher, «Habemus Papam» di Nanni Moretti, «Nessuno mi può giudicare» di Massimiliano Bruno, «Noi credevamo» di Mario Martone, «Notizie degli scavi» di Emidio Greco, «Tatanka» di Giuseppe Gagliardi e «Vallanzasca – Gli angeli del male» di Michele Placido.   

 

29/09/2011 La Stampa – Ed. Nazionale Pag. 49
Oscar, l’Italia sceglie Crialese
Il regista di “Terraferma”: “Non sto più nella pelle, sono davvero felice e confuso L’immig razione è il tema del secolo, io ne sono ossessionato, mi sento emig rante” GIÀ PREMIATO A VENEZIA «Non sono il miglior candidato ma la commissione mi ritiene il più adatto al pubblico Usa» L’Italia in corsa per l’Oscar 2012 al miglior film straniero punta sui migranti che Emanuele Crialese ha descritto in Terraferma, una storia italiana, ma anche universale perchè parla «di uomini e donne a confronto con una cultura diversa che entra in casa tua e chiede di essere aiutata e assistita». Premiato a Venezia, prodotto da Cattleya con Raicinema, il film ha battuto la concorrenza delle altre sette pellicole che avevano presentato la propria auto-candidatura alla Commissione selezionatrice istituita presso l’Anica. I concorrenti più temibili erano Habemus papam di Nanni Moretti e Noi credevamo di Mario Martone: «Non credo sia un giudizio di merito – commenta l’autore euforico subito dopo l’annuncio -, credo invece che sia legato alla fruibilità in America. Il mio non è il miglior film degli otto italiani, penso che tutti, Martone, Moretti, come la meritevolissima opera prima di Alice Rohrwacher Corpo celeste , siano dei bei film». La speranza della candidatura c’era, «ma non me l’aspettavo affatto, ho passato una notte agitata e insonne per l’influenza, volevo rimettermi a dormire, poi, a mezzogiorno, ho saputo…». Beppe Fiorello, nel film l’isolano cacciatore di turisti, si è emozionato fino «alla lacrimuccia». Per lui Terraferma dice soprattutto che «non si deve avere paura dell’altro, una paura che i lampedusani non hanno mai avuto in vent’anni di sbarchi». La designazione è stata decisa davanti a un notaio, al termine di un confronto che quest’anno non comprendeva, come accaduto in passato, le audizioni dei vari concorrenti. Era importante scegliere un titolo capace di varcare i confini nazionali: «Il mio non è un film fatto di parole, racconta una cosa che succede da noi, ma descrive anche un’identità che si apre al mondo. Terraferma ha una sua semplicità narrativa, il tema dell’immigrazione è uno dei temi del secolo, tutti, Stati Uniti compresi, lo stanno affrontando». Insomma, le analogie non mancano: «Loro hanno il problema dei messicani, una storia che non finisce mai, proprio come la nostra». Per il regista, che ha vissuto a lungo lontano dall’Italia, Terraferma è il terzo elemento della trilogia composta da Respiro e da Nuovomondo , candidato all’Oscar nel 2006: «Sono ossessionato dal movimento dell’uomo sul pianeta. Se il movimento è conoscenza e evoluzione, non capisco perchè a parte di questo mondo è preclusa la possibilità di evolversi e conoscere». Nelle sale il film non sta andando come si sperava: «E’ uscito nella prima settimana di settembre, non troppo favorevole, ma con il passaparola, sta crescendo». Da Lampedusa, intanto, arriva il commento di Claudio Baglioni, impegnato nella manifestazione «O Scià»: «Mi sembra importante, senz’altro un motivo di vanto». Le più recenti immagini di Lampedusa, passate sotto i nostri occhi nei tg, parlano di incendi e tragedie: «Sono devastanti – dice Crialese -, vorrei essere lì per capire meglio quali sono le dinamiche degli avvenimenti». Esultano per la candidatura i produttori di Cattleya: «Siamo contenti – dice Riccardo Tozzi -, erano in lizza film importantissimi, ma crediamo che Terraferma abbia le caratteristiche giuste per concorrere». L’amministratore delegato di Raicinema Paolo Del Brocco dichiara che il film ha «le qualità artistiche indispensabili per ambire ad entrare nella cinquina», il sottosegretario ai Beni culturali Francesco Giro proclama, senza giri di parole, che «è senza dubbio il migliore degli otto in corsa». Dopo aver «visto e amato molto i film di Moretti, Greco, Bruno, Martone», Giro osserva che quello di Crialese «è superiore per forza visiva e impatto emotivo». Adesso comincia la parte più difficile, ovvero il lavoro di promozione della pellicola olteoceano: «In America mi sento piuttosto a casa – dice l’autore – gli americani sono curiosi e positivi. E amano il cinema italiano, questo sicuramente mi rende la strada più semplice. Conterà più di tutto, comunque, la sensibilità e lo spirito con cui il film verrà visto». Quello di oggi è solo un primo passo, le nomination saranno rese note dall’Academy il 24 gennaio 2012, mentre la notte delle stelle è fissata per il 26 febbraio.  
 

29/09/2011 Il Tempo – Ed. Nazionale
Regista Torna in gara a Los Angeles dopo «Nuovomondo»
Crialese va all’Oscar con «Terraferma»
«Non me l’aspettavo ma lo speravo», ha ieri esordito un emozionato Emanuele Crialese alla notizia che il suo film, «Terraferma», già premiato a Venezia, sia stato scelto per rappresentare l’Italia agli Oscar. Forte la concorrenza con gli altri film italiani autocandidati all’Oscar (ben 8 di cui 7 targati Rai Cinema), tra i quali la commissione Anica (composta dal direttore del Cinema Nicola Borrelli, dai registi Marco Bellocchio e Luca Guadagnino, dalla presidente dei Giovani Produttori Martha Capello, dalle produttrici Francesca Cima e Tilde Corsi, dalla presidente Unefa Paola Corvino e dal giornalista Niccolò Vivarelli) è rimasta fino all’ultimo indecisa su tre titoli. «Terraferma» alla fine ha però vinto su «Habemus Papam» di Nanni Moretti e su «Noi credevamo» di Mario Martone. «Non parlerei, però di concorrenza – ha aggiunto Crialese – ma di una bella squadra con colleghi stimatissimi, non mi sono mai sentito in gara con loro. C’erano film davvero belli. La mia pellicola (prodotta da Rai Cinema con Cattleya, Sensi Cinema e Regione Sicilia) ha molte cose che potrebbero piacere agli americani, che al contrario sono, forse, più distanti da temi riguardanti il Papa o il nostro Risorgimento. In Usa, dove ho vissuto e studiato a lungo, sono più sensibili a storie dove emergono conflitti umani e “Terraferma” è soprattutto un film sulla solidarietà. Già in “Nuovomondo” (anche quello candidato agli Oscar nel 2007) avevo trattato il tema dell’immigrazione che da loro è molto sentito. Certo, in Usa sembrerà assurdo che ancora esista un’accoglienza verso gli immigrati come quella che si vede nel film, senza tralasciare che “Nuovomondo” già raccontava proprio di Ellis Island, l’isola americana sulla quale venivano bloccati i migranti agli inizi del secolo. In Usa potrebbero apprezzare le mie immagini sui turisti sculettanti che in vacanza ballano in barca, come metafora di ciò che vediamo in tv. Al contrario, credo che nel mio film possano non entusiasmare il pubblico americano le poche spiegazioni e il finale aperto: in questo senso “Terraferma” resta una sfida, per quel modo di raccontare molto latino e veloce. Anche se quando lavoro dietro la macchina da presa uso più immagini che parole, realizzo film immaginando sempre un pubblico mondiale». Per Paolo Del Brocco, ad di Rai Cinema, prima di cantare vittoria occorre vedere se il film riuscirà ad entrare nella cinquina dei migliori film stranieri: «Il prossimo 24 gennaio lo sapremo. Ma non mi meraviglio più di niente, se penso che “Gomorra”, in lizza nel 2009, non venne preso in considerazione dall’Academy. Tutti noi faremo la nostra parte, lo stanziamento del Mibac per il candidato all’Oscar dovrebbe ammontare a 250.000 dollari, ma aspettiamo la comunicazione ufficiale e siamo felici perché il film sta comunque avendo successo anche in sala».  
 

29/09/2011 La Tribuna di Treviso – Ed. Nazionale Pag. 42
L’Italia con «Terraferma» scommette su Crialese Bocciato Nanni Moretti
Nessuna chance per l’ironia di «Habemus Papam» e «Noi credevamo» di Mario Martone VENEZIA. And the winner is: «Terraferma». Emanuele Crialese ce l’ha fatta: sarà il suo film, fresco di Gran Premio della Giuria al Festival di Venezia, a rappresentare l’Italia nella corsa agli oscar 2012. Una vittoria quasi scontata, ma che tuttavia è solo il primo passo di un lungo cammino. Quello che culminerà nell’annuncio (il prossimo 25 gennaio) dei cinque lungometraggi candidati all’Oscar per il miglior film straniero. Oggi, il successo di «Terraferma» è solo interno, per non dire fratricida: adesso il film di Crialese se la dovrà giocare con le altre pellicole internazionali, sperare di entrare nella ristretta cerchia dei nove film scelti dall’Academy, penultima scrematura prima della cinquina finale. Poi, il 26 febbraio, il verdetto. «Sono felicissimo – ha commentato a caldo Crialese – Una bella responsabilità; sono veramente onorato e sorpreso che abbiano scelto il mio film». «Terraferma» ha battuto la concorrenza, tra gli altri, di «Habemus Papam» di Nanni Moretti e «Noi credevamo» di Mario Martone. «Non parlerei di concorrenza, ma di una bella squadra composta da colleghi stimatissimi: insomma, non mi sono mai sentito davvero in gara con loro. Sono tutti film bellissimi». La commissione di selezione per il film italiano da candidare all’Oscar quest’anno era composta dai registi Marco Bellocchio e Luca Guadagnino, il giornalista Nick Vivarelli, le produttrici Francesca Cima, Tilde Corsi e Martha Capello, il distributore Valerio De Paolis, la presidente degli esportatori Paola Corvino e il direttore generale per il Cinema Nicola Borrelli. La polemica sembra già dietro l’angolo: il presidente dell’Anica, cui è affidato il compito di istituire la commissione, è Riccardo Tozzi, ovvero uno dei produttori di «Terraferma». Altrove, in Russia, un analogo (ma ben più grave) conflitto di interessi ha portato a risultati sconvolgenti: anziché il «Faust», Leone d’Oro a Venezia, la commissione selezionatrice ha scelto il film flop di Nikita Mikhalkov che – curiosa coincidenza – sedeva in giuria. Stavolta, però, la nomination di «Terraferma» sembra la migliore possibile, al di là delle probabili polemiche legate al ruolo di Tozzi. In primo luogo il film di Crialese è quello maggiormente esportabile perché, come ha dichiarato lo stesso regista, è una pellicola che parla al mondo. «E’ un film sulla solidarietà, sull’apertura verso l’altro, con una sua umanità. Ed è portatore di un messaggio universale, riconoscibile da tutti, al di là delle lingue, delle culture e delle nazionalità». La riflessione di Crialese non fa una piega. Anzi, in America, terra di immigrazione per eccellenza, il tema dell’incontro tra culture diverse potrebbe entrare davvero nei cuori dei membri dell’Academy. Che, al contrario, potrebbero non capire l’ironia di stampo morettiano, pur se declinata su altra vicenda ecumenica (l’elezione del Papa), né apprezzare fino in fondo la saga risorgimentale di Martone: troppo lunga e troppo italiana. Ecco allora che il trionfo di «Terraferma», che non è né il più bel film di Crialese, né il più bel film in assoluto della stagione, è tutto sommato frutto di un calcolo ragionato, per molti aspetti condivisibile. Di certo una scelta più ponderata rispetto a quelle degli anni precedenti che hanno finito per candidare all’Oscar film troppo provinciali («La prima cosa bella» di Virzì nel 2011) o troppo epici («Baaria» di Tornatore nel 2010) o ancora troppo “di genere” («La sconosciuta» sempre di Tornatore). E infatti non è un caso che l’Italia non arrivi alla cinquina dal 2006 quando «La bestia nel cuore» di Cristina Comencini (film discutibile ma, per l’appunto, universale nel trattare il tema della violenza sui bambini) conquistò un posto in Paradiso, pur non vincendo la statuetta. Per quella dobbiamo risalire al 1999, quando una raggiante Sofia Loren incoronava Benigni re di Hollywood: il suo «Roberto!» è il nostro ultimo ricordo da Oscar.       

 

28/09/2011 TgCom Sito Web
BATTUTO MORETTI 
“Terraferma” di Emanuele Crialese è il candidato italiano agli Oscar per il miglior film in lingua non in inglese. E’ quanto ha stabilito oggi la Commissione di selezione istituita all’Anica. L’Academy valuterà se il film potrà essere inserito nella cinquina del Miglior Film Straniero. La cerimonia di premiazione è prevista il 26 febbraio 2012 a Los Angeles. Il film di Crialese ha ricevuto il premio della Giuria alla recente Mostra del Cinema di Venezia. Negli ultimi anni la corsa all’Oscar come miglior film straniero per l’Italia si è rivelata un vero tabù. Dopo la vittoria di Roberto Benigni con “La vita è bella” nel 1994, molto spesso i prescelti dall’Anica non sono nemmeno riusciti ad arrivare alla cinquina della serata finale. In gara con “Terraferma” c’erano “Corpo celeste” di Alice Rohrwacher, “Habemus Papam” di Nanni Moretti, “Nessuno mi può giudicare” di Massimiliano Bruno, “Noi credevamo” di Mario Martone, “Notizie degli scavi” di Emidio Greco, “Tatanka” di Giuseppe Gagliardi e “Vallanzasca – Gli angeli del male di Michele Placido. CRIALESE: “AGLI USA POTREBBE PIACERE QUESTA STORIA DI RELAZIONI UMANE” “Felicissimo e onoratissimo anche se non posso dire che me l’aspettavo, ma solo che lo speravo”. Così un emozionato e frastornato Emanuele Crialese parla della sua candidatura per l’Italia alla cinquina degli Oscar (se entrerà in lizza lo si saprà solo il 24 gennaio). La concorrenza con gli altri candidati italiani non c’è stata: “Non parlerei di concorrenza, ma di una bella squadra composta da colleghi stimatissimi, insomma non mi sono mai sentito davvero in gara con loro”. Il film ha molte cose che potrebbero piacere agli americani: “Questi sono molto sensibili a tutte le storie in cui ci sono relazioni e conflitti umani, c’è in questo senso molta sensibilità da parte loro verso queste storie in evoluzione”.  

 

28/09/2011 Virgilio.it Sito Web
L’Italia candida “Terraferma” di Crialese per la corsa agli Oscar
E’ “Terraferma” di Emanuele Crialese il film candidato italiano per la corsa agli Oscar. La pellicola giàpresentata alla Mostra di Venezia, dove ha vinto il Leone Speciale della Giuria e il premio Pasinetti, è in lizza per entrare nella cinquina per il miglior film in lingua non inglese. La… E’ “Terraferma” di Emanuele Crialese il film candidato italiano per la corsa agli Oscar. La pellicola giàpresentata alla Mostra di Venezia, dove ha vinto il Leone Speciale della Giuria e il premio Pasinetti, è in lizza per entrare nella cinquina per il miglior film in lingua non inglese. La decisione è stata presa dalla Commissione di selezione istituita presso l’Anica su incarico dell’Academy Award. In gara con “Terraferma” c’erano “Corpo celeste” di Alice Rohrwacher, “Habemus Papam” di Nanni Moretti, “Nessuno mi può giudicare” di Massimiliano Bruno, “Noi credevamo” di Mario Martone, “Notizie degli scavi” di Emidio Greco, “Tatanka” di Giuseppe Gagliardi e “Vallanzasca – Gli angeli del male di Michele Placido.

29/09/2011 La Voce di Romagna – Forli Pag. 36
IL FILM RAPPRESENTERÀ L’ITALIA Terraferma sogna l’Oscar
“Il film ‘Terraferma’ di Crialese rappresenterà l’Italia agli Oscar, questa la decisione dell’Anica. Il film, coprodotto dall’assessorato al Turismo della regione siciliana, girato a Linosa, è dedicato al tema della migrazione. “Aver scelto ‘Terraferma’ – afferma il presidente della regione Lombardo consentirà di accendere i riflettori su quello che accade nelle isole Pelagie, su cui grava il peso dell’emergenza migrazioni che fa rotta verso l’Europa”.  

28/09/2011 WallStreetItalia Sito Web
OSCAR: CRIALESE, “FILM ITALIANI TUTTI BELLI”
(AGI) Roma – Nessuna competizione, nessun giudizio di film migliore degli altri. Tutte le pellicole erano notevoli. Forse ‘Terraferma’ e’ stato scelto perche’ piu’ adatto al pubblico americano. Emanuele Crialese azzarda cosi’ il motivo per cui il suo lavoro e’ stato preferito agli altri dalla Commissione di selezione dell’ Anica per concorrere alla cinquina dell’Oscar per il miglior film straniero. .  

 

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