Autori, Produttori e Sindacati insieme per chiedere l’approvazione del decreto che il mondo del cinema attende da 4 anni
Roma, martedì 13 novembre 2012. “Il Governo è inadempiente nei confronti del Cinema: vogliamo regole certe per il nostro settore”. Così autori e produttori cinematografici hanno denunciato oggi la grave situazione venutasi a creare per la mancata firma del decreto interministeriale che deve determinare le quote di investimento e di programmazione delle emittenti televisive per il cinema.
L’emanazione di tale decreto è infatti prevista dalla Legge che regola il sistema televisivo e radiofonico. Sono più di quattro anni, dopo le ultime tre modifiche al Testo Unico, che il mondo del cinema attende l’approvazione di regole in grado di dare certezze e continuità agli investimenti delle tv nel settore.
Autori, Produttori e Sindacati annunciano la mobilitazione e il pressing sulle istituzioni affinché i Ministri dello Sviluppo Economico e dei Beni e delle Attività Culturali si affrettino a emanare il quadro regolamentare troppo a lungo atteso, e oggi più che mai urgente e necessario, per mettere in condizione il sistema di liberare le risorse previste.
Il primo passo di questa mobilitazione è stato organizzare, nell’ambito del Festival del Film di Roma, il convegno “Cinema e televisione. Politica economica e politica editoriale” promosso da 100autori e ANICA per confrontarsi sul “Testo Unico dei Servizi di Media Audiovisivi e Radiofonici” e chiedere che venga fatta rispettare la legge e promulgato l’intervento regolatorio che deve temperare l’impari rapporto tra cinema e Tv. “La stabilizzazione degli investimenti delle emittenti per il cinema è fondamentale” ha affermato Andrea Purgatori, Presidente 100autori alla presenza di tutti gli attori – MiBAC, AGCOM ed emittenti tv, mentre Riccardo Tozzi, Presidente ANICA ha spiegato che “senza una regolamentazione l’industria rischia di morire”.
100autori e ANICA hanno insieme ribadito il ruolo determinante che il quadro regolamentare ricopre per lo sviluppo della produzione e la ridefinizione di linee e modelli editoriali capaci di innovare forma e contenuto della creazione cinematografica. Il Decreto dovrà, infatti, stabilire un sistema di sotto-quote che sappia aderire efficacemente alla complessità di uno scenario in trasformazione, soprattutto riguardo al diverso ruolo dei broadcaster.
La storia del mercato cinematografico e televisivo è venuta intrecciandosi profondamente nel corso degli ultimi decenni, prima con la rottura del monopolio e la nascita della tv commerciale, successivamente con la tv a pagamento e oggi con le piattaforme online. Cinema e tv hanno quindi bisogno di una politica integrata e coordinata, di provvedimenti capaci di favorire la produzione di nuovi contenuti originali e di qualità, capaci di raggiungere le più diverse fasce di pubblico e garantire l’accesso a questi contenuti attraverso il medium ancora più avvantaggiato nell’offerta di opere audiovisive, cioè la televisione.
Il principale strumento di questa politica è infatti l’implementazione delle quote di programmazione e investimento, la cui regolamentazione è appunto demandata dal Testo Unico sui Servizi di Media Audiovisivi. In particolare l’articolo 44 prevede che i due Ministeri diano il proprio parere sul Regolamento riguardante le modalità e i criteri di svolgimento della verifica di tali obblighi da parte dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.