18/11/2025
Nuovo appuntamento per Dalla pagina al grande schermo, il roadshow di seminari ANICA organizzati in collaborazione con la Direzione Generale Biblioteche e istituti culturali del MiC e tenuti da professionisti dell’industria cine-audiovisiva con l’obiettivo di analizzare le fasi di sviluppo di un film a partire dalla sceneggiatura.
Ospite della nuova masterclass è stata Sofia Assirelli, scrittrice e sceneggiatrice romagnola nota per aver lavorato a tante produzioni seriali di successo e anche per il cinema con “La vita da grandi”, il film diretto da Greta Scarano che ha ricevuto il “Premio ANICA 80 Opera Prima edizione 2025”.
Realizzato con il supporto della Cineteca di Bologna, l’incontro si è tenuto sabato 15 novembre 2025, presso il Cinema Cervi del capoluogo emiliano, nell’ambito di “Visioni Italiane 2025”, la 31a edizione del Festival degli esordi organizzato dalla Cineteca, ed è stato moderato dal giornalista e critico cinematografico Marco Spagnoli.

Ecco alcuni spunti di riflessione dal workshop con Sofia Assirelli:
“La serialità è molto complessa in termini sia artistici che industriali. Sviluppare su più stagioni richiede un impegno più forte per tutti, anche per lo spettatore, e di conseguenza un lavoro artistico molto più complesso e più interlocutori produttivi”.
“Il lavoro dello sceneggiatore richiede metodicità. Bisogna apprendere le tecniche e dedicarsi all’esercizio e all’allenamento, continuamente. Ci si può approcciare in diversi modi. C’è la formazione attraverso le scuole, i concorsi che permettono workshop e laboratori con sceneggiatori già affermati”.
“E’ un lavoro che porta a condividere molto del proprio mondo personale e che richiede una connessione con la storia. Non tutte le storie però vengono da noi; per la maggior parte vengono dalla realtà esterna. Il senso del lavoro sta nel saper rispondere alla domanda su cosa si stia raccontando. Non innamoriamoci delle cose che stiamo scrivendo ma chiediamoci quali siano gli elementi che faranno tornare il pubblico di volta in volta. Ci sono diversi espedienti per ottenerlo ma non bisogna abusarne. Per la trasposizione e il lavoro di adattamento, se non si hanno vincoli con l’autore, bisogna avere il coraggio di fare un ragionamento diverso e discostarsene, anche perché la percezione dello sceneggiatore è necessariamente diversa rispetto a quella dello scrittore”.



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