Intervista a Francesco Rutelli su VARIETY: Le Windows cambieranno in modo molto costruttivo e non unilaterale

 

L’Italia verso la sospensione della distribuzione cinematografica in risposta al diffondersi del Coronavirus

Francesco Rutelli, presidente dell’associazione cinematografica italiana ANICA, ha dichiarato che un progetto per modificare le norme sulla distribuzione è in fase di elaborazione, in modo che una parte dei circa 70 lungometraggi bloccati possa essere trasmessa direttamente in TV e in streaming, evitando che i produttori o il circuito delle sale ne risentano in modo eccessivo.

“Abbiamo decine di film nazionali e internazionali che non possono essere distribuiti”, ha detto Rutelli. Questo significa che quando la crisi sanitaria si placherà “avremo un grande sovraccarico”.

Ecco perché “il modello di business così come lo conoscevamo… la finestra temporale tra cinema, TV e piattaforme cambierà senza dubbio – in modo molto costruttivo, e non unilaterale -“, ha detto Rutelli, aggiungendo che è in trattativa con Netflix e altri servizi di streaming, così come con i rappresentanti delle società di distribuzione e il circuito delle sale del Paese, per “cercare di trovare nuovi equilibri” in futuro.

Sono state fermate almeno 40 riprese in diverse fasi in tutta Italia, tra cui diverse produzioni internazionali, come il film Netflix a grosso budget “Red Notice” con Dwayne Johnson, il cui valore stimato è di 50 milioni di euro.

I 3.850 cinema del paese sono stati chiusi l’8 marzo e lo rimarranno almeno fino al 3 aprile, il che significa che circa 70 film in uscita sono a rischio.

Luigi Lonigro, a capo dei distributori italiani, sabato durante una conference call ha dichiarato ai giornalisti che fino al 40% dei titoli minori italiani e internazionali  bloccati per la chiusura delle sale andrà direttamente in TV o in streaming.

Alle emittenti e alle piattaforme è stato chiesto di pagare un prezzo più alto per queste anteprime per compensare la perdita di ricavi di sala. Parte di questa differenza andrebbe ai gestori di sala che avevano programmato l’uscita del film prima della chiusura.

Gli attuali incentivi governativi per i film italiani che vengono distribuiti in sala si applicherebbero anche ad altri film che non escono al cinema a causa della crisi pandemica.

“Nelle prossime settimane sperimenteremo la rimozione di alcune finestre distributive per trovare il giusto equilibrio economico”, ha detto Rutelli, che ha aggiunto che “l’Italia può essere un precursore nel trovare una soluzione equilibrata ad alcuni dei problemi che altri paesi potrebbero dover affrontare in futuro”.

Lunedì il governo italiano ha approvato un piano di aiuti da 130 milioni di euro a sostegno del settore cinematografico e televisivo del Paese, duramente colpito dal coronavirus.

L’Italia sta affrontando il più grande focolaio in Europa con 27.980 casi e 2.158 morti, secondo il Johns Hopkins Coronavirus Resource Center.

Il fondo per le agevolazioni di emergenza aiuterà il circuito delle sale, i distributori e i produttori che stanno sostenendo il peso dell’isolamento, oltre ai singoli lavoratori – tra cui i circa 173.000 italiani che lavorano nel  settore cinematografico e nelle attività correlate, di cui 112.000 sono freelance.

“È un buon inizio”, ha detto Rutelli.

Il piano di aiuti è stato promosso in Parlamento dal ministro della Cultura Dario Franceschini, strenuo sostenitore del Cinema Italiano, il quale qualche anno fa ha introdotto una normativa che ogni anno stanzia circa 400 milioni di euro nel settore cinematografico e televisivo attraverso diversi programmi di sostegno, tra cui forti incentivi per attrarre le produzioni internazionali.

Nick Vivarelli

16 marzo 2020

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