“Roma”, la forza seduttiva di un nome: da Cuarón alle città sparse nel mondo – Il Presidente ANICA Rutelli per Il Messaggero

IL FILM FAVORITO AGLI OSCAR È ANCHE QUELLO CHE, PRODOTTO DA NETFLIX, SEGNA UNA GRANDE SVOLTA NEL MONDO DEL CINEMA

Piovono Premi su Roma. Non sulla nostra città, ma sul film di Alfonso Cuarón, che ha vinto riconoscimenti in ogni parte del mondo, dai Golden Globe ai Bafta inglesi, ed è in corsa per 10 Premi Oscar a Hollywood. Noi romani diamo per scontato che il nome eterno di Roma debba risuonare nel mondo e che continui a formare onde lunghe. Crea eventi sorprendenti? No, non ci sorprendono. Per plurisecolare tradizione, ben riassunta dal motto cinico «Morto un Papa, se ne fa un altro». O dal Belli, che scrisse «Noi però grazziaddio ce ne freghiamo». Anche per rivoluzionare il mondo del Cinema e dell’audiovisivo, c’è voluta l’evocazione di Roma. Attraverso il quartiere di Città del Messico, nato come Colonia Roma, sviluppatosi per oltre cent’anni; tra Roma Nord e Roma Sud; tra ascese e crisi; terremoti e conflitti. Il film, ambientato all’inizio degli anni `70, è una storia molto forte e poetica. Ma la vera novità internazionale di “Roma” è nel modello produttivo: per la prima volta, un film prodotto da Netflix ha vinto un grande Festival (Venezia), dopo l’esclusione dell’azienda californiana dal Festival di Cannes e l’enormità di successi e polemiche che accompagnano la sua espansione nel mercato, attraverso lo streaming di film e prodotti audiovisivi. Anche questa volta, c’è voluto il simbolico passaporto di Roma per aprire cancelli chiusi: l’industria del Cinema sta cercando il giusto accordo per portare anche le nuove modalità di fruizione nella catena del valore dell’audiovisivo. Non sono pessimista – qui parlo come Presidente dell’ANICA -, poiché in Italia abbiamo iniziato un dialogo che consenta di avere le giuste regole per promuovere i film nelle sale e far crescere produzione e diffusione di video on demand. Ma è così originale – e qui parlo da ex-Sindaco – che vi siano città e località nel mondo i cui residenti possano diretta- mente richiamarsi a Roma? In occasione del 2.750° compleanno della città, 21 aprile 1997, invitai a Roma gli amministratori di alcune Roma sparse per il mondo, per una singolare cerimonia comune (con partecipanti da Australia, Africa del Sud, Usa). Attualmente, portano il nome di Roma – oltre al quartiere di Città del Messico, con i suoi circa 50mila abitanti – una Roma nel Queensland australiano (ha anche un aeroporto); una nel Lesotho; una nell`isola svedese di Gotland (dov`è anche una chiesa luterana medievale); una in Romania (data la comune radice linguistica, in Romania si possono trovare molte altre sorprese, tra cui una piccola isola presso Costanza intitolata a Ovidio, che su quelle sponde fu esiliato da Augusto e morì); in Perù, nel Dipartimento La Libertad. In Texas, c`è Roma – un po` come esiste una Parigi di circa 25mila abitanti – e una riproduzione in piccolo della torre Eiffel -dove fu girato il celebre “Paris,Texas” di Wim Wenders (1984). Solo negli Stati Uniti, si conoscono circa quindici tra città e villaggi dal nome inglesizzato, Rome: in Illinois, Indiana, Iowa, Maine, Maryland, Michigan, Minnesota, New York (con circa 40mila abitanti), Ohio, Oregon, Pennsylvania (ben tre località), Wisconsin. In Georgia, c’è una Rome con 37mila abitanti, così chiamata perché fondata in un territorio dotato di sette colline, e attraversato da vari corsi d’acqua. Vi è anche una Lupa Capitolina donata dal regime fascista, con fasci littori. Del resto, se parliamo di ascendenze Capitoline, come possiamo dimenticare che Capitolio si chiamano all’Avana di Cuba e a Buenos Aires i cuori monumentali delle città? Che il moderno Parlamento costruito a Chandigarh, in India, su progetto di Le Corbusier, prende anch’esso il nome di Capitol? E che la collina dov’è il più importante potere democratico del mondo, Capitol Hill, ospita il Capitol Building, il Campidoglio degli Stati Uniti d’America – Senato e Camera dei Rappresentanti – oltre alla Corte Suprema ed altri palazzi della democrazia USA. Dominati da una Cupola – chissà quanti di noi lo ricordano – affrescata da un pittore romano dell`800, esiliato da Pio IX oltreoceano, il valente Costantino Brumidi. Un consiglio: se non volete arrivare sino a Washington per vedere i suoi affreschi, potete fare un salto a Villa Torlonia, oppure in una delle più minuscole Chiese di Roma, la Madonna dell’Archetto, a due passi da Piazza Venezia.

Francesco Rutelli Presidente dell’ANICA

Il Messaggero, 15/2/2019

 

 

 

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