Presentazione della Conferenza Nazionale del Cinema

Il Ministro dei beni, delle attività culturali e del turismo Massimo Bray ha indetto la Conferenza Nazionale del Cinema, con l’obiettivo di suscitare una riflessione sulle prospettive del settore cinematografico e audiovisivo e di individuare una serie di indirizzi strategici che, in un’ottica internazionale, possano condurre a proposte operative favorendo in questo modo il rafforzamento quantitativo e qualitativo del settore. L’evento avrà luogo a Roma nel prossimo mese di novembre e si comporrà di due fasi:
Prima fase: martedì 5 novembre, con un format inedito, si riuniranno tre tavoli di lavoro, presso il Centro Sperimentale di Cinematografia, a cui siederanno esperti e studiosi del settore e tutti gli interessati a contribuire per discutere su temi di particolare rilevanza. I tre tavoli si terranno contemporaneamente il 5 novembre 2013 presso il Centro Sperimentale di Cinematografia in via Tuscolana 1520, Roma (metro A – fermata Subaugusta). I tre tavoli di discussione inizieranno contemporaneamente a partire dalle ore 10.00. La chiusura dei lavori è prevista per le 17.30.
Seconda fase: sabato 9 novembre, nel corso del Festival Internazionale del Film di Roma, avrà luogo un incontro pubblico, durante il quale, alla presenza del Ministro Bray, verranno esposte le relazioni di sintesi emerse dalle discussioni dei tre tavoli.

Le iscrizioni a partecipare attivamente ai tavoli sono chiuse. Per coloro che volessero partecipare come uditori si prega di inviare una email all’indirizzo conferenzanazionalecinema@beniculturali.it.

L’intervento di Riccardo Tozzi, Presidente ANICA e l’intervento di Angelo Barbagallo, Presidente sezione produttori ANICA,
al convegno “Il futuro del cinema: da settore “assistito” a industria culturale strategica. Dopo la stabilizzazione del tax credit e verso la Conferenza Nazionale” avvenuto in occasione della Mostra Internazionale d’arte Cinematografica di Venezia.

 

APPROFONDIMENTI SUI TAVOLI DI LAVORO

TAVOLO 1
«CINEMA: INDUSTRIA CULTURALE»

Cosa rende il settore un’industria? / Quali sono le peculiarità di un’industria culturale? / Come si pone l’Europa riguardo a questa bivalenza? / Quali strategie editoriali per valorizzare il prodotto?
Concetti chiave: grandezze economiche e occupazionali; ruolo del settore nel sistema industriale nazionale; come le politiche editoriali influenzano l’offerta; strategie di internazionalizzazione.
Tematiche: “La Repubblica, in attuazione degli articoli 21 e 33 della Costituzione, riconosce il cinema quale fondamentale mezzo di espressione artistica, di formazione culturale e di comunicazione sociale. Le attività cinematografiche sono riconosciute di rilevante interesse generale, anche in considerazione della loro importanza economica ed industriale.” art.1, c.1-2, D.Lgs. 28/2004 (cd.“Legge cinema”):
Il cinema e l’audiovisivo sono un’industria perché impiegano risorse umane, tecniche e finanziarie, realizzano beni immateriali e producono valore. Tuttavia sono un’industria debole per ragioni di natura economico-industriale, culturale ed editoriale. La scarsità di consapevolezza del peso industriale del settore è alla base dell’insufficiente attenzione da parte delle istituzioni pubbliche e degli altri comparti economici. Il cinema, dal dopoguerra, è stato un importante ambasciatore del Made in Italy nel mondo e un grande catalizzatore di interesse per il territorio italiano. I film, infatti, contribuiscono a costruire, preservare e diffondere l’identità nazionale e locale. L’esistenza di cinematografie nazionali forti garantisce il principio della diversità culturale come espresso nella Dichiarazione Universale dell’Unesco del 2001 ratificata nel 2006 dall’Unione Europea. Affinché quella italiana sia una cinematografia nazionale forte lo Stato ha messo in atto un articolato sistema di sostegno. D’altro canto, per rafforzare la funzione culturale dell’industria cinematografica, è anche necessario che le politiche editoriali favoriscano lo sviluppo della creatività e la pluralità dell’offerta.

TAVOLO 2
«STRUTTURA, OPERATORI DEL MERCATO E NUOVI MODELLI DI DISTRIBUZIONE E FRUIZIONE»
Le attuali dinamiche di mercato sono funzionali allo sviluppo culturale, creativo ed economico del settore?
Le dinamiche nell’offerta e nella domanda, le criticità nelle filiere e nella catena di creazione del valore.
Concetti chiave: Stato dell’arte e perimetro dei soggetti che operano nel settore; relazioni tra i vari segmenti della filiera dell’audiovisivo in funzione del prodotto; elementi distorti del mercato da correggere; modelli di consumo; evoluzione del modello di fruizione; diritto d’autore.
Tematiche: I rapporti fra autori, produttori, distributori, esercenti cinematografici sono attualmente fortemente condizionati dall’ingresso in campo di nuovi soggetti e piattaforme di distribuzione (aggregatori, OTT) e dallo sviluppo di forme alternative di accesso e fruizione di contenuti cinematografici e audiovisivi. I nuovi assetti di mercato vanno valutati alla luce del mutato scenario tenendo conto di una serie di indicatori quali l’andamento dei consumi e dell’offerta di film nei vari canali (sale cinematografiche, home video, pay tv, free tv, video on demand, ecc.), la numerosità degli operatori, il grado di apertura/chiusura del mercato (concentrazione/integrazione verticale e barriere all’entrata) o ancora il profilo dei consumatori per canale.
A frenare il pieno sviluppo del mercato pesa un livello insufficiente del box office, strutturalmente inferiore a quello degli altri paesi europei (Francia, Regno Unito e Germania); questo fenomeno è dovuto alla stagionalità della domanda, alla qualità del prodotto, nonché alla dicotomia centro-periferia (multiplex-sala tradizionale) e al ritardo nel processo di digitalizzazione delle sale di piccole dimensioni. Sembra ormai maturo il momento per un ripensamento complessivo delle strategie di posizionamento degli operatori (ad es. politiche di prezzo, “windows”, distribuzione dei proventi, quantificazione e remunerazione dei diritti d’autore) da un lato e di incentivazione della domanda (differenziazione dei prodotti, varietà dei generi cinematografici, qualità e innovazione, spesa e comunicazione pubblicitaria, ricambio generazionale) dall’altro, senza trascurare le criticità legate alla debole circolazione all’estero dei film (poche coproduzioni) e allo squilibrio tra flussi finanziari “interni” (provenienti dalla filiera) ed “esterni” al settore (fondi pubblici e privati). Nell’attuale era della convergenza digitale, grande attenzione va rivolta anche agli effetti concreti dell’attuazione in Italia della Direttiva europea sui servizi media audiovisivi, in termini di obblighi di investimento e di effettiva programmazione di cinema in tv e di regolamentazione dei diritti primari e secondari a tutela dello status di produttore indipendente. Allo stesso modo vanno adottate strategie più efficaci per utilizzare le potenzialità della Rete (come canale distributivo e di comunicazione) e per costruire una valida “alternativa” legale al download illegale di film e audiovisivi.

TAVOLO 3
«LE POLITICHE PUBBLICHE»
Le regole, i meccanismi di intervento, le modalità di finanziamento, i soggetti e le strutture amministrative.
Concetti chiave: Risorse pubbliche disponibili e confronto internazionale; regolamentazione del mercato; perimetro del mercato di riferimento e del prodotto oggetto di intervento; diritti d’autore e di sfruttamento; produttore indipendente; formazione; archivi; proposte di revisione del sistema.
Tematiche: Una ricognizione critica delle risorse pubbliche attualmente disponibili a sostegno del settore ai vari livelli territoriali (UE, Stato centrale, Regioni, enti locali) e una analisi della regolamentazione vigente della struttura del mercato cinematografico e dei mercati contigui sono il punto di partenza per impostare una riflessione sulla reale efficacia del sistema di intervento pubblico in tutte le sue articolazioni. Alla luce dell’evoluzione del comparto, trainata da un lato dalla maturazione dell’industria e dall’altro lato dagli effetti dirompenti della diffusione della tecnologia digitale, che riguarda tutte le fasi della filiera e mette in discussione dalle fondamenta la struttura stessa della catena del valore, è urgente riflettere – ed eventualmente proporre nuove soluzioni – sui presupposti stessi che animano tale intervento: a partire dall’oggetto del sostegno e dal perimetro dell’area di mercato a cui ci si rivolge, per giungere alla verifica dell’efficacia delle politiche attualmente proposte, all’adeguatezza della normativa vigente, alla ridefinizione delle aree di competenza dei diversi soggetti pubblici coinvolti. In un’ottica di sistema è necessario includere nell’analisi anche una riflessione sulla funzione e sulla reale efficacia deglistrumenti ed enti di formazione professionale e sulla condizione degli enti preposti alla conservazione del patrimonio cinematografico e audiovisivo attivi nel Paese.

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