Comunicato congiunto ANICA-APA-APE su stato trattative rinnovo CCNL Troupe Cineaudiovisivo

 

COMUNICATO CONGIUNTO

 

Sullo stato delle trattative per il rinnovo del

Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per i lavoratori addetti alle Troupe nel settore del Cineaudiovisivo

 

 

Con la pausa estiva in arrivo ci sembra doveroso nei confronti dei lavoratori e delle imprese che rappresentiamo fare il punto sui risultati che, con sforzo unanime, abbiamo raggiunto in questi mesi.

Di comune accordo, partendo da una proposta dei lavoratori, abbiamo deciso di concentrarci, per ora, solo su alcuni aspetti specifici del contratto trovando un’intesa sui seguenti temi:

1-  abbiamo convenuto alcuni principi rispetto alle questioni orarie, chiarendo i malintesi che avevano portato a ritenere obbligatorio l’orario di 66 ore settimanali.

2- abbiamo registrato una sostanziale convergenza sulle declaratorie professionali, che ha visto la aggiunta di 16 figure nuove e l’aumento di livello di 23 figure rispetto alle precedenti declaratorie.

3- abbiamo introdotto un nuovo livello, sdoppiando il 5° in 5°A e 5°B.

4- abbiamo condiviso il percorso per giungere ad una rilevazione oraria oggettiva ed informatizzata.

5- abbiamo condiviso il principio di considerare i riposi compensativi durante il rapporto di lavoro, anche ai fini previdenziali, con notevole beneficio per i lavoratori.

6- abbiamo condiviso il principio (che verrà reso effettivo) di un mantenimento del confronto aperto al fine di monitorare: l’evoluzione del comparto lavorativo, dello sviluppo della formazione, dell’accertamento della certificazione professionale.

Su tutti questi punti abbiamo trovato un accordo avendo come obiettivo comune da una parte la tutela dei diritti dei lavoratori e il miglioramento delle loro condizioni di lavoro e, dall’altra, la competitività e la crescita della produzione audiovisiva nazionale.

La nostra sensazione è di aver fatto un buon lavoro grazie all’impegno di tutti.

Ora siamo arrivati ad una fase della trattativa in cui è necessario affrontare il tema dei salari.

Non è un problema di facile soluzione e ci sembrano necessarie, prima di affrontarlo, alcune precisazioni:

Qualche mese fa, quando il tavolo delle trattative ha ricominciato il suo lavoro, la parte datoriale ha subito evidenziato che sarebbe stato molto utile, per poter gestire al meglio le richieste dei lavoratori sul tema specifico, definire, in base al costo di produzione, almeno tre fasce di prodotto a cui poter applicare tabelle salariali via via crescenti. La proposta nasceva dalla analisi dei contratti vigenti in molti dei paesi occidentali dotati di una produzione di audiovisivi sviluppata industrialmente.

A questa nostra proposta i rappresentanti dei lavoratori hanno risposto che non era compatibile con la piattaforma contrattuale approvata dalla loro assemblea.

Abbiamo provato ad insistere ma senza successo. Non potevamo fare altro che prenderne atto, sottolineando però che questo ci avrebbe costretti a ragionare solo sul salario minimo.

Per meglio intenderci: la tabella salariale sarebbe stata la stessa sia per l’opera a basso costo italiana che per la grande serialità o il grande film di lingua inglese che la produzione decidesse di venire a girare nel nostro paese.

Il buon senso ci dice ancora che non sarà facile trovare una soluzione.

Su questo punto vorremmo esprimere alcune considerazioni riguardo il riconoscimento contrattuale delle “paghe di fatto” che, secondo le oo.ss., risulterebbero applicate dall’80% della produzione cineaudiovisiva attuale.

Vorremmo meglio sviscerare questo dato, perché tale montante non tiene in considerazione né le tipologie di prodotti né da quanti prodotti cineaudiovisivi è composto.

Come si evidenzia dallo specchietto del MiBAC, in allegato e a seguire* (e che riguarda solo il prodotto cinematografico, ma le cui proporzioni possono valere anche per le produzioni audiovisive), le tipologie di prodotto sulla base del budget chiariscono come, nel 2017, sopra 1,5 Mln abbiamo avuto solo 58 prodotti su 166, quindi meno della metà.

Dalla stessa tabella emerge che sopra i 2.5 Mln abbiamo solo 36 film.

In sostanza, riteniamo che aderendo alle richieste sindacali, invece della crescita del settore, si possano mettere in serie difficolta circa la meta delle produzioni.

Questo non è un nostro obiettivo e riteniamo che non possa mai essere condiviso.

Continueremo, quindi, a impegnarci per trovare una soluzione che rispetti le esigenze di tutti, ma con una richiesta datoriale forte e irrinunciabile: tutelare tutte le tipologie di prodotto perché sappiamo che per vincere la sfida sui grandi mercati internazionali dobbiamo dare modo ai nostri giovani talenti, autori, interpreti, tecnici, maestranze e, perché no, anche produttori, di mettersi alla prova, di rischiare, di sperimentare.

Diversamente non sapremo più da chi far realizzare i prodotti che il mercato sempre più insistentemente ci chiede. Vogliamo che a tutele costanti per i lavoratori si possano produrre tante cose molto diverse tra loro che saranno ovviamente condizionate dai finanziamenti che ciascuna tipologia di prodotto riuscirà a reperire sul mercato.

Ma al tempo stesso vogliamo che vengano realizzati prodotti nel perimetro di un quadro normativo chiaro e rigoroso. Ed anche nel rispetto dei diritti dei lavoratori, mettendo le imprese di fronte a regole certe che impediscano usi impropri dello strumento contrattuale.

Regole chiare, applicate da tutti, in un regime di sana e trasparente concorrenza.

Prima del nostro ultimo incontro abbiamo ricevuto, il 15 luglio, il verbale della vostra assemblea del 9 luglio, in cui ci era parso di leggere una apertura, da noi molto apprezzata, per poter ragionare insieme almeno sulla definizione della soglia di ingresso del campo di applicazione delle nuove tabelle salariali.

Ci piacerebbe molto poter portare avanti questo ragionamento e abbiamo espresso il nostro imbarazzo a formulare una proposta precisa sulle nuove tabelle salariali prima che questo punto venga chiarito.

Però abbiamo, comunque, voluto dire qualcosa. In sintesi abbiamo detto che, rispetto alla proposta datoriale di paghe per 45 ore in sede, siamo disposti a ragionare su un aumento per tutti i livelli, mediante un aumento incrementale col crescere dei livelli.

Va qui ricordato che questo aumento si sommerà a quello determinato dai nuovi livelli di inquadramento professionale.

Abbiamo anche esposto che resta una distanza significativa tra le richieste sindacali e la nostra ipotesi di aumenti ma anche che siamo pronti a ragionare su qualsiasi proposta possa aiutarci a superare questo scoglio e ci permetta di arrivare alla definizione del migliore accordo possibile. Tutto questo senza nascondervi che continuiamo a pensare che la definizione di differenti tipologie di prodotto faciliterebbe molto la trattativa.

Il migliore accordo possibile è quello che tiene insieme le giuste aspettative di tutti e la crescita del settore. Quindi crescita della produzione e della occupazione sia in termini quantitativi che qualitativi.

Quindi più lavoro con condizioni migliori ma compatibili con le risorse che ci offre il mercato.

Alcune affermazioni ascoltate durante i nostri incontri ci hanno sorpreso.

Il senso era: produciamo meno guadagnando di più.

Noi temiamo che questa equazione non avrebbe risultati positivi per nessuna delle parti.

Noi vogliamo che il numero di giornate lavorative aumenti per far sì che cresca il numero di lavoratori occupati migliorando allo stesso tempo la qualità dei prodotti e le condizioni di lavoro.

Non sarà facile trovare la soluzione a tutti questi problemi ma vorremmo continuare a provarci, con la consapevolezza che abbiamo tutti lo stesso obiettivo: generare sempre più lavoro a condizioni sempre migliori per tutti. Ci fa piacere ripeterlo: crescere insieme, aiutando anche chi fa più fatica.

Il contesto generale del nostro settore in questo momento ci offre questa opportunità. Sta a noi sfruttarla nel migliore dei modi.

Roma 23 luglio 2019

 

Le Delegazioni di ANICA – APA – APE

 

 

 

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